Costa: «Lupi, no alla giustizia sommaria» 

Parco di Paneveggio, il ministro dell’ambiente parla del piano di mitigazione con 22 azioni che coinvolga gli allevatori


di Gilberto Bonani


PANEVEGGIO. No all’abbattimento dei lupi, ma grande attenzione al problema e dialogo con gli allevatori. Sul progetto in corso in Lagorai il ministro dell’Ambiente Sergio Costa farà azione di «moral dissuasion» ossia cercherà di convincere la Provincia ad aprire una riflessione. Infine l’abolizione della Forestale voluta dalla legge Madia non è nel contratto di programma. A conclusione la sottolineatura di Riccardo Fraccaro, ministro per i rapporti con il Parlamento, per una politica che nasca dal basso e non venga imposta dall’alto.

È stata molto rapida la visita al centro visitatori del parco di Paneveggio – Pale di San Martino dei due ministri 5 Stelle con l’obiettivo di sostenere la campagna elettorale del movimento. Nutrita la schiera dei candidati guidata dal capolista Filippo Degasperi osservati con curiosità e un po’di inquietudine dai visitatori domenicali stupiti dalla presenza massiccia delle forze dell’ordine in un luogo così periferico. Dopo il convinto apprezzamento del ministro verso la terra trentina Sergio Costa ha espresso cautela sulla tematica del lupo. «Stiamo lavorando alacremente con Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e i rappresentanti dei territori di Trento, Bolzano, Veneto e Lombardia per elaborare un piano di intervento di mitigazione e non di abbattimento», ha detto il ministro. «Per ora – ha continuato - sono già state codificate 22 azioni (non ancora rese pubbliche) e altre potranno essere previste nell’ottica di salvaguardare le aziende che operano nei territori montani». Tra i vincoli europei che impongono la tutela del lupo e la tentazione di fare giustizia sommaria dei grandi carnivori Costa invoca un cammino comune con gli allevatori a cui ha assicurato la massima attenzione. Per il ricorso al Consiglio di Stato della legge delle provincie di Trento e Bolzano il ministro ha riconfermato come l'esercizio delle potestà di deroga ai divieti sulla fauna selvatica sono in capo allo Stato e non possono essere demandate agli enti locali. Più deciso l’intervento del ministro sul progetto di Provincia, Comuni e Magnifica Comunità sul Lagorai. La risistemazione di sette malghe e baite di proprietà pubblica sui 90 chilometri di tracciato è stato definito una «cementificazione» che deve invece lasciare spazio alla «naturalità» dei luoghi. Il ministro si è detto convinto che non intervenendo sul Lagorai si avrà un doppio vantaggio: aumento della presenza degli escursionisti e conservazione dell’ambiente. Come ministro non può intervenire d’imperio in un territorio con ampia autonomia e quindi si riserva di fare azione di persuasione sul governo provinciale per rivedere il progetto. Infine Carabinieri e Forestali sono servitori della Stato indipendentemente dalla divisa che indossano. «Se il Parlamento, nella sua autonomia, vorrà riavvolgere il nastro della storia può farlo – ha detto Costa - ma nel contratto di governo non è prevista la cancellazione della legge Madia che ha fatto confluire la Forestale nei Carabinieri». Problema che non interessa il Trentino dove i due corpi rimangono distinti.















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