rovereto

Ci sono 7.700 lampioni da cambiare

Approvato il Pric: un’azienda privata pagherà interamente l’investimento in cambio di 9 anni di gestione in appalto


di Luca Marsilli


ROVERETO. Succede raramente, ma succede: il consiglio comunale ha approvato il Pric, piano regolatore della Illuminazione Comunale, all’unanimità. Ventiquattro presenti e 24 voti favorevoli. Per la chiusura di un percorso iniziato dalla precedente amministrazione e che costituisce una piccola rivoluzione, sia di metodo che per gli effetti “visibili” che avrà sulla città.

In discussione c’è l’intera illuminazione pubblica. Qualcosa, per avere un’idea, come 6800 punti luce e 7.700 lampioni (sia pure in minoranza netta, ci sono dei supporti che sostengono due o più lampade). Si tratta in gran parte di strutture obsolete, almeno se valutate con i criteri contemporanei, che funzionano ad incandescenza utilizzando vapori di mercurio o di sodio. Che consumano molto più degli ultimi apparecchi a led e sono anche molto meno flessibili nell’utilizzo. Inoltre, a titolo di curiosità, sono figli di interventi che si sono succeduti nel tempo e ne risentono in modo quasi paradossale. Oggi a Rovereto ci sono 458 tipi di lampioni diversi. Nemmeno il catalogo di una mostra del settore potrebbe vantarne tanti.

Il Pric si propone di mettere ordine e razionalizzare: nasce per questo. Sostituendo il “patrimonio” dei corpi illuminanti cittadini con altri di migliore resa energetica (primo e principale obiettivo), modulando l’illuminazione urbana secondo le reali esigenze (quindi con intensità diverse tra zone e zone, per esempio, o in diverse fasce orarie, ma anche evitando dispersioni di luce verso l’alto evidentissime con i vecchi modelli) e dando una sistemata anche all’aspetto estetico: la previsione del piano è ridurre a una sessantina la tipologie di lampioni che saranno utilizzati in città.

Ma straordinariamente nuovo è anche il metodo, perché questo sforzo, anche economico, non indifferente deve essere e sarà a costo zero per il Comune.

Rovereto spende circa 1 milione e 100 mila euro l’anno tra manutenzione e alimentazione (elettricità) della sua rete di illuminazione pubblica. Per i prossimi 9 anni, la durata del Piano, quella somma sarà girata in pagamento alla ditta privata che diventerà di fatto il gestore dell’illuminazione cittadina. Ditta che avrà nel risparmio energetico che produrrà l’ammodernamento del “parco lampioni” e nei minori costi di manutenzione, il proprio margine di guadagno.

Materialmente, sosterrà per intero le spese per gli interventi sulla rete e per l’energia e col milione e 100 annuo che riceverà dal Comune, ammorterà l’investimento. Va da sè che sarà lo stesso gestore ad avere tutto l’interesse a velocizzare la campagna di sostituzione delle luci, per massimizzare il risparmio energetico. In un paio di anni è prevedibile che tutti i 7700 lampioni saranno sostituiti. E tra nove anni, a contratto esaurito, il Comune si troverà una illuminazione completamente rinnovata e non ancora a metà della propria “vita di esercizio”, stimata in 20 anni. Come dire, che inizierà a risparmiare sulle spese, circa il 40 per cento.

Inoltre nell’appalto sono stati inseriti anche una serie di servizi accessori. I nuovi lampioni avranno anche delle prese elettriche, per consentire per esempio una posa razionale delle luminarie. In molte zone della città saranno predisposti per ospitare la videosorveglianza e la nuova rete di centraline (sono 140) sparse per la città potranno diventare altrettanti punti di una futura rete wi fi che copra l’intero territorio comunale.

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