il caso

Cantinota, riparte la guerra del rumore

Il Comune dà il nulla osta definitivo alla discoteca. I residenti ricorrono al Capo dello Stato: «Danni alla nostra salute»


Chiara Bert


TRENTO. È ancora guerra aperta tra alcuni residenti e il ristorante La Cantinota di via San Marco, per i rumori provocati dalla sala da ballo annessa al locale. La battaglia giudiziaria che due anni fa portò alla chiusura tra molte polemiche sembrava essersi conclusa con il dissequestro del locale, nell’aprile 2014, da parte della procura, la quale aveva stabilito che gli interventi realizzati dai proprietari avevano insonorizzato il locale che quindi poteva riaprire nella sua totalità. Il Comune, da parte sua, aveva rilasciato un nulla osta semestrale per la discoteca, con obbligo di chiusura alle 4 del mattino.

Ma a 15 mesi di distanza ecco di nuovo quattro residenti sul piede di guerra (Vasyl e Svitlana Bilynets, Rosaria Prosser e Paolo Tranquillini): difesi dall’avvocato Maria Cristina Osele, hanno presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro il Comune di Trento e la società Fima per chiedere che venga annullato il nulla osta temporaneo rilasciato dall’amministrazione al locale. Un nulla osta che da semestrale - comunica l’avvocato Osele - a fine giugno è diventato definitivo: via libera a balli e musica serale. La giunta, nella seduta di lunedì, ha deliberato di resistere, chiedendo il rigetto del ricorso e la trasposizione al Tar. Probabile che il nuovo scontro legale si giocherà dunque davanti ai giudici amministrativi.

«Ma ci sarà anche una causa civile per chiedere i danni», annuncia l’avvocato Osele. «I lavori di insonorizzazione - spiega - non hanno affatto risolto il problema. Orari violati, rumori rimasti, e avventori che si attardano fino all’alba in strada. Sono proseguite feste e festicciole in ogni occasione, con chiusure ben oltre le 4 del mattino. Il controsoffitto di cartongesso ha convogliato i rumori soprattutto verso un appartamento di via S.Marco». L’avvocato racconta di aver presentato al Comune diversi certificati medici che attestano problemi di salute causati dalla situazione, insonnia, tachicardia, perfino attacchi di panico: «Il Comune ha interpellato l’Azienda sanitaria che non si è espressa, e a quel punto ha ritenuto di rinnovare il nulla osta e ha archiviato la nostra segnalazione.

A quel punto abbiamo deciso il nuovo ricorso contro l’inerzia di un’amministrazione che le sta provando tutte per tutelare quel locale». Ma Filippo Ioniez, che gestisce La Cantinota con il padre Mauro, non ci sta: «Devono lasciarci lavorare, è l’unica cosa che vogliamo fare - sbotta amareggiato - abbiamo tutte le licenze, siamo a posto. Chi fa ricorso è chi ci ha venduto l’immobile, un evidente controsenso anche perché l’attività di ballo è cominciata nel 1996, potevamo restare aperti fino alle 5 e non ci sono mai stati problemi. La nostra non è una discoteca, ma un punto di ritrovo. Siamo stati controllati e ricontrollati, i tecnici hanno accertato che i livelli fonometrici negli appartamenti sono ben al di sotto della soglia limite. E la prova è che abbiamo ricevuto il nulla osta definitivo del Comune. Ma ormai non ci si stupisce più di niente». La battaglia della Cantinota continua.













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