la denuncia

Cane fa cadere ciclista, trovato col Dna

Secondo l’accusa, l’animale avrebbe tagliato la strada alla bicicletta causando un rovinoso incidente. Il proprietario nega



TRENTO. L’esame del Dna di solito viene usato per risolvere casi complicati di omicidio. Casi difficili in cui il Dna è la prova regina. Questa volta, però, l’esame del Dna è stato usato per trovare il cane che secondo l’accusa avrebbe fatto cadere un ciclista. L’uomo nella caduta ha riportato ferite molto gravi, tanto che avrebbe un grado di invalidità dell’80 per cento. Ma il cane è fuggito e non era possibile trovare un responsabile per quel disastro. Le sole cose che aveva lasciato erano un ciuffetto di peli e qualche brandello di pelle sulla bicicletta. Per trovarlo, l’uomo caduto ha fatto eseguire l’esame del Dna e poi ha denunciato il proprietario del cane che sarebbe stato individuato per il reato di lesioni colpose. I proprietari, però, respingono le accuse e spiegano che il loro cane non è mai uscito dal recinto. Sul caso è scoppiata una vera e propria guerra davanti al giudice di pace di Mezzolombardo. Una guerra che ancora non è finita, tra un’eccezione e l’altra.

Ma andiamo con ordine. Tutto è iniziato quando un uomo di Mezzolombardo è caduto mentre andava in bicicletta. L’uomo sostiene che a farlo cadere è stato un cane che gli avrebbe tagliato la strada. L’animale, però, è scappato e non si è fermato. Anche lui nello scontro, però, era rimasto ferito. Per la precisione aveva lasciato sul posto un ciuffo di peli e dei brandelli di pelle. Delle tracce che sarebbero state inutili senza un esame del Dna. L’uomo che è caduto dalla bici ha riportato ferite molto gravi. E’ stato portato in ospedale ed è stato ricoverato. Ma le conseguenze di quella caduta sono state disastrose. Le ferite hanno causato un grado di invalidità permanente molto elevato, l’80 per cento. Vista l’entità del danno, l’uomo non si è dato per vinto e ha cercato il cane che lo aveva fatto cadere. Così si è messo a chiedere informazioni. Ma non solo questo. Ha raccolto il ciuffo dei peli e i brandelli di pelle e li ha inviati a un laboratorio per far eseguire un esame del Dna. Una volta individuato il Dna dell’animale colpevole, l’uomo ha cercato di trovare il cane. Così ha chiesto in giro e ha pensato di individuare il cane. Ha cercato di confrontare il dna con alcuni reperti del cane sospettato e poi ha trascinato i proprietari davanti al giudice di pace di Mezzolombardo. Li ha denunciati per lesioni colpose ritenendo che l’incidente sia stato causato dall’omessa custodia del cane.

In altre parole, il proprietario dell’animale, secondo l’uomo danneggiato, sarebbe colpevole di non aver sorvegliato il cane e, quindi, di aver provocato l’incidente con il proprio comportamento. Il proprietario dal cato suo respinge tutte le accuse. Sostiene di avere le prove che il suo cane non può aver provocato l’incidente. La causa nel frattempo è passata da Mezzolombardo a Pergine perché il primo giudice è andato in pensione, ma il secondo giudice si è dichiarato incompetente. Ora si riparte da capo.













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