Bus urbani, ritardi intollerabili 

Trasporto pubblico. Trentino Trasporti ammette: «Fino a 20 minuti di ritardo al capolinea su alcune corse, colpa del traffico cittadino» Un’interrogazione in consiglio comunale mette a nudo il problema: decine di segnalazioni ogni giorno, che innescano anche liti con gli autisti


Andrea Selva


Trento. Venti minuti di ritardo, per un autobus urbano sono troppi. Anche se la corsa è arrivata al capolinea, anche se è l’ora di punta e città è nella morsa del traffico. Venti minuti è il ritardo medio accumulato dalla linea 8 in una rilevazione del novembre scorso. Va male anche per il 2 e il 3 con 15 minuti di ritardo medio al capolinea. Il risultato si legge - nero su bianco - in una relazione interna del responsabile dei servizi urbani di Trentino Trasporti, Andrea Saltori, allegata in risposta a un’interrogazione del consigliere comunale Pd Michele Brugnara: incremento di segnalazioni e reclami, insoddisfazione crescente, diverbi e litigi con gli autisti che sono considerati i responsabili dei disservizi, decine di lamentele al giorno comprese le richieste, sempre più frequenti, di rimborso del biglietto per presunti appuntamenti andati a vuoto o esami universitari saltati. Una situazione che - si legge nella relazione - corrisponde purtroppo a quanto risulta dalla strumentazione installata sugli autobus che consente il rilevamento dei mezzi in tempo reale.

Le linee peggiori

Secondo Trentino Trasporti il record del ritardo va alla linea 8, particolarmente complicata, che attraversa la città sull’asse nord-sud da Roncafort a Mattarello sud. Ma ritardi importanti vengono segnalati anche sulle linee 1, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 13 e 17 con tantissime segnalazioni e proteste sulla linea 5, che collega il centro cittadino alle facoltà universitarie di Mesiano e Povo, dove c’è un’utenza giovane e propensa alla denuncia facile (e immediata) sui social network. Una situazione calda, tanto che Trentino Trasporti ipotizza che ricercatori, studenti e docenti che viaggiano sul 5 possano in futuro organizzare comitati di protesta con gravi ripercussioni sull’immagine del trasporto pubblico.

Le cause dei disservizi

Nella relazione di Trentino Trasporti c’è un passaggio che indica l’origine del problema nella riorganizzazione del trasporto pubblico urbano del 2015, quando su indicazione del Comune si mise mano alle corse senza toccare i costi. Ma l’indiziato principale è il traffico che blocca la città, comprese le biciclette - si legge nel rapporto - che in alcuni punti della città, ad esempio di fronte alla stazione ferroviaria, invadono le corsie preferenziali creando anche situazioni pericolose. Anche la riorganizzazione della mobilità comunque sarebbe un elemento all’origine dei ritardi.

Orari e punti caldi

Le fasce più critiche sono quelle fra le 7 e le 9, oppure le 12.30 e le 14 e ancora le 16 e le 19, ma i ritardi si accumulano comunque anche nelle fasce di minore traffico, con conseguenze anche nella gestione dei lavoratori e rivendicazioni sindacali. I punti caldi? L’incrocio fra via Brennero e via Marconi dopo l’apertura del supermercato Lidl; l’incrocio fra Piazza Venezia e Port’Aquila dove le colonne d’auto bloccano la strada anche quando il semaforo è rosso; l’incrocio fra via Oberziner e via Fratelli Fontana dopo la creazione del percorso ciclopedonale; la rotatoria di Piedicastello che è l’imbuto in cui si infilano le auto provenienti da via Brescia; l’ingresso in città di piazza Venezia, ma anche i rallentamenti della tangenziale (che hanno effetti su tutta la città) e anche i percorsi alternativi legati ai mercatini di Natale.

Nessuna soluzione a breve

Secondo Trentino Trasporti prima di riorganizzare le linee urbane è indispensabile trovare soluzioni ai nodi viabilistici che penalizzano il trasporto urbano, altrimenti qualsiasi intervento si rivelerebbe “inefficace e dispersivo”.















Scuola & Ricerca

In primo piano