Biodistretto, duro il comitato: «Il referendum non si tocca» 

Agricoltura e politica. Ieri l’incontro tra l’assessora Zanotelli ed il referente della raccolta firme Giuliani: «Le norme non consentono loro di cancellarlo». Ma la giunta lavora su una legge parallela



Trento. Nessun margine almeno secondo i promotori. il referendum per istituire il biodistretto non può essere in alcun modo superato come vorrebbe la provincia: «la legge prevede che una consultazione di questo tipo, supportata da 12 mila firme già depositate, debba tenersi assolutamente. non c’è un sistema per non farlo» si infervora fabio giuliani, referente del comitato che ha raccolto e depositato la richiesta dei cittadini per la nascita di un distretto bio in trentino.

Ieri l’assessora all’agricoltura giulia zanotelli ha informato i capigruppo della volontà della giunta di fare una legge che disciplini il biologico, tema su cui è al lavoro già da diverso tempo. e ha confermato questa intenzione anche a giuliani incontrato nella stessa mattinata assieme ai dirigenti del comparto agricolo.

Zanotelli (oltre all’idea di evitare di tenere un referendum che sarebbe molto costoso e che si svolgerebbe, la scadenza naturale è a maggio, in un periodo di pandemia) ha spiegato di voler affrontare il tema della produzione biologica in un modo più ampio e completo, aldilà della sola istituzione di un distretto trentino: «vedremo, certo non è previsto che un referendum venga annullato, specie se propositivo, come questo. l’assessora zanotelli, ne siamo certi, sta operando con cognizione di causa, ma probabilmente non credeva (come tanti) avremmo raccolto un numero così elevato di firme. in passato, prima di scegliere la via del referendum, avevamo chiesto un confronto sulla possibilità di fare un distretto bio. senza successo. la sua legge potrà avere ora un cammino parallelo. ma la consultazione al massimo potrà essere spostata ad ottobre. però si deve fare» chiude giuliani.

Alex marini, consigliere provinciale dei cinquestelle, è al lavoro su un disegno di legge che metta ulteriormente a fuoco la disciplina referendaria in provincia: «confermo che lo si dovrà fare, le firme ci sono e la richiesta popolare è ineludibile. non lo si potrebbe cancellare nemmeno in accordo con i promotori. non è una legge qualsiasi. quello che a nostro parere andrà rivisto in futuro è un quesito propositivo che, come quello del biologico, rimane troppo vago. credo vada messa in norma una specificazione diversa, più stringente dei prossimi referendum. in effetti ora si è fa una richiesta di intenti molto generica che andrà comunque inserita dentro un approccio più ampio, quello che ci ha annunciato l’assessora zanotelli» spiega . per marini, vero cultore delle forme di consultazione popolare, anche a distanza, la questione del costo è relativa, inferiore a suo dire dal 30 al 50 per cento rispetto ad una stima di 2,5 milioni di euro: «il referendum si potrà rinviare a causa dell’emergenza sanitaria. ci sono due strade: un’ordinanza del presidente della provincia o una legge a maggioranza qualificata».G.T.













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