«Una campagna di prova del tampone e dei test sierologici» 

La proposta di Betta alla Provincia. Il sindaco di Arco formalizzerà la richiesta per una sperimentazione sul territorio arcense. I numeri ufficiali delle vittime non collimano, sono quasi triplicati rispetto al marzo 2019. Primi certificati medici di persone condizionate dall’isolamento


Gianluca Ricci


Arco. I conti sul numero delle vittime del Covid-19 ad Arco non tornano: i dati forniti dalla Provincia non collimano con quelli in possesso degli uffici di stato civile del Comune, secondo i quali, rispetto al mese di marzo dello scorso anno, i decessi sono quasi triplicati. È ovvio che la diffusione del virus abbia sconvolto le dinamiche consuete, ma in quantità decisamente maggiore rispetto ai numeri ufficiali. Una volta conclusa la fase acuta, sarà opportuno tornare indietro e verificare ciò che è accaduto davvero sul territorio arcense. Che si tratti di uno dei più colpiti della provincia è comunque assodato, indipendentemente dalla coincidenza o meno sul numero delle vittime. Anche di questo si è discusso ieri durante la riunione settimanale del Centro operativo comunale attivato un paio di settimane fa per gestire in modo più snello l’emergenza in atto. Ecco perché il sindaco Alessandro Betta sta pensando di formalizzare alla Provincia la richiesta di prendere in considerazione proprio l’alto Garda per una eventuale campagna provinciale di sperimentazione della prova del tampone e dei test sierologici, qualora si decidesse di procedere in tal senso anche da noi.

«Alla Provincia chiederò anche di prendere in considerazione – ha aggiunto Betta – i decessi avvenuti non direttamente a causa del Covid-19, ma come conseguenza indiretta: penso alle tante, tantissime situazioni di disagio vissute da persone in difficoltà che hanno peggiorato le loro condizioni fino a perdere la vita. Sono aspetti da non sottovalutare: proprio in questi giorni abbiamo ricevuto i primi certificati medici di persone che iniziano a lamentare disturbi gravi per la privazione della libertà di movimento sul territorio. Anche quelle mentali sono malattie ed è necessario che la comunità se ne faccia carico allo stesso modo».

Operazione mascherine

Sempre nel corso della riunione del Coc si è discusso dell’operazione mascherine: con grande sorpresa, ma pure con soddisfazione, si è preso atto del fatto che se la prima campagna di distribuzione, quella relativa ai presidi procurati dal Comune, era stata svolta in tre giorni, la seconda, con le mascherine fornite dalla Provincia, si è conclusa in un solo giorno, con poche dimenticanze. Segno che la macchina si è rodata ed è in grado di reagire con prontezza ad eventuali altre emergenze. Proprio per questo si è discusso sull’opportunità di prevedere per maggio un’ulteriore operazione di distribuzione di mascherine, sempre che la situazione nel frattempo non migliori al punto da rendere questo presidio inutile. Nessuno al momento sa se la Provincia ne spedirà nuovi quantitativi: intanto il Comune si sta dando da fare per garantirsi un minimo di pezzi in caso di necessità impellenti.

Le modalità della spesa

Ancora qui pro quo, se si vuole essere benevoli, sul recepimento delle nuove indicazioni relative alle modalità consentite per andare a fare la spesa. Purtroppo, come risulta dai controlli effettuati in questi giorni dalla Polizia locale, c’è molta gente che approfitta dell’allentamento delle misure concordato fra le autorità e si comporta in modo inadeguato. L’altro giorno, per esempio, è stato fermato un arcense, partito a piedi dalla Moletta per andare a fare la spesa al supermercato di Linfano, mentre se ne stava tornando lungo la ciclabile con un sacchetto semivuoto. Andare in un supermercato non vicino a casa è possibile solo se si fa una spesa consistente, se ci si va in auto (per limitare la permanenza all’esterno) e si sceglie la strada più diretta: che i furbetti della spesa si rassegnino.













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