L’ALLARME DI RANIA 

«La roccia continua a franare: per poco non ci restavo sotto»

RIVA. «Non è solo una questione paesaggistica, anche se poi la visione che si ha dal lago di ciò che sta nascendo è davvero un colpo al cuore, ma anche di sicurezza: la montagna è un colabrodo, frana...



RIVA. «Non è solo una questione paesaggistica, anche se poi la visione che si ha dal lago di ciò che sta nascendo è davvero un colpo al cuore, ma anche di sicurezza: la montagna è un colabrodo, frana di continuo, e il rischio è davvero molto alto». Alberto Rania è certamente fra i più assidui frequentatori del lago di Garda, il suo luogo di lavoro quotidiano. Il pescatore rivano dispone di un punto di osservazione privilegiato quando solca, quasi ogni giorno, le acque del Benaco a bordo della sua imbarcazione. «Il cantiere della ciclabile che sta salendo da Limone verso Riva fa davvero impressione - racconta - e forse solo stando in mezzo al lago si riesce ad avere realmente idea di ciò che si sta realizzando. A me non piace, lo dico subito, ma è la mia opinione. Si tratta di un ambiente unico al mondo e vedere infilate nella roccia quelle putrelle in ferro non è un gran spettacolo. Poi, però, mi preoccupa l’impatto che potrebbe avere quest’opera sull’ambiente circostante, sulla vegetazione e sugli animali. In quelle zone, che sono rimaste finora incontaminate per un motivo o per l’altro, si trovano a vivere falchetti, poiane, i rondoni da roccia, natura che andrebbe preservata».

Ma c’è un altro aspetto che preoccupa Alberto Rania, quello della sicurezza. «La montagna continua a franare - spiega il noto pescatore - nel lago piovono di continuo sassi e in un’occasione, per poco, non ci finivo sotto: la frana è finita in acqua a cinque metri dalla mia barca. D’altronde la situazione geologica di queste montagne è nota e temo che per ovviare a questo problema siano necessari intervento di protezione ancora più impattanti. Tra l’altro la pista ciclabile passerà sotto la Ponale e a quel punto si presenterà anche il problema della convivenza con i frequentatori del sentiero che dall’alto potrebbero far cadere dei sassi. Ne basta uno piccolo per provocare danni enormi».













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