l’accaduto

In zona rossa “vietato” smontare dalla bici: a Riva multa di 400 euro a due giovani ciclisti

I due amici della Vallagarina, nei giorni di Pasqua, hanno approfittato del sole per un giro sul Garda. Parcheggiate le bici si sono diretti verso il centro venendo fermati dai carabinieri: le misure anti Covid consentono di pedalare fuori del proprio Comune, non di camminare. I genitori ora meditano ricorso



RIVA. Una multa da 400 euro a testa per aver fatto una gita in bicicletta fino al lago di Garda. E’ quanto accaduto a due ragazzi minorenni della Vallagarina che avevano deciso di sfruttare le giornate di bel tempo delle vacanze scolastiche di Pasqua per fare un po’ di “attività sportiva” nei limiti imposti dalle regole anti-pandemia di questa primavera 2021 così difficile e strana.

I due erano partiti dal loro comune sfruttando la ciclabile che da Trento e poi da Rovereto arriva fin sul Garda passando per Mori e per il biotopo del lago di Loppio. Una bella giornata di sole, la voglia di vedere il lago di Garda dopo settimane di “vita da Covid” tra scuola in presenza e didattica a distanza, tra pomeriggi di studio senza attività sportiva di gruppo e con l’impossibilità di trovarsi fuori in gruppo, per rispettare le regole del lockdown e di un Trentino che era nel pieno della zona rossa.

Insomma, una gran voglia di mettersi a fare andare i pedali delle biciclette (quelle tradizionali, dove pedalare costa fatica, mica quelle elettriche con la pedalata assistita in cui tutto sembra così facile) e di passare una giornata in riva al lago a parlare del più e del meno, di ragazze, calcio, amici e di dimenticare magari quei "pomeriggi da lockdown” in cui tutto sembra girare attorno ai social e alle condivisioni, soprattutto se non hai nemmeno diciott’anni.

I due ragazzi arrivano ai Sabbioni di Riva nel primo pomeriggio e decidono di fare due passi fino in centro a Riva, ma commettono un errore: anziché portare con loro le biciclette, le parcheggiano in zona e poi si incamminano come se nulla fosse. Arrivati nei pressi della Rocca, ecco l’incontro che non t’aspetti, quello con due carabinieri che chiedono loro i documenti e che subito dopo chiariscono ai due ragazzi che quel giro a piedi era assolutamente vietato.

«Ma abbiamo le bici poco distanti, se volete ci andiamo insieme così potete controllare», dicono i due giovani ai militari dell’Arma. Niente da fare: il giro a piedi era vietato, anzi vietatissimo, perché si rientrava nell’ambito della "attività motoria” e a quel punto non si sarebbe potuto lasciare il proprio Comune di residenza.

I carabinieri stilano il verbale e presentano il conto: 400 euro di multa a testa, eventualmente scontabile a 280 euro se pagata nel giro di cinque giorni. I due ragazzi non dicono più nulla, prendono il verbale e tornano mesti verso le loro biciclette. Solo alla sera, quando tornano nelle loro case, prendono il coraggio e lo dicono ai genitori. Che un po’ si arrabbiano con i ragazzi, ma poi sentendo le loro spiegazioni un po’ si arrabbiano anche con quei militari così zelanti da non sentire ragioni.

Il confine tra “attività motoria” e “attività sportiva”, infatti, a volte è talmente labile che basterebbe un po’ di buon senso per evitare pesanti multe. Sul lago di Garda i due ragazzi potevano andarci in bici senza problemi, ma guai a mettere i piedi a terra e “camminare”, seppur per poche centinaia di metri: a quel punto la salatissima sanzione è in agguato.

Insomma, una vicenda davvero al limite (al limite delle regole, al limite del buon senso, al limite delle interpretazioni) tanto che i genitori ora stanno meditando di fare ricorso contro quella multa che, per usare un eufemismo, non è certo stata un bel regalo di Pasqua.













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