Coldiretti infuriata: «No alla stazione al Cretaccio» 

Nuova mobilità. Gli agricoltori dell’Alto Garda e Ledro bocciano il Piano stralcio presentato dalla Comunità di valle: «A rischio ettari di terreno di pregio». Appello alle nuove amministrazioni


Nicola Filippi


Riva. L’idea di nuova mobilità dei sindaci della Comunità dell’Alto Garda e Ledro cozza irrimediabilmente contro il pensiero della Coldiretti Alto Garda e Ledro. La quale, «venuta a conoscenza indirettamente dei contenuti discussi al tavolo di confronto e di partecipazione del Piano Stralcio della Mobilità, esprime totale contrarietà al progetto». Diversi, i punti di attrito: «troppo impattanti, eccessivamente costose, poco funzionali per rispondere ai bisogni di mobilità della nostra Comunità».

Cosa fa perdere il sonno a Coldiretti? Il Piano stralcio, constatato nero su bianco, prevede di destinare parecchi ettari di area agricola di pregio, in località Cretaccio, al sistema di interscambio modale, il cosiddetto hub, dell’intero Alto Garda. L’idea non entusiasma anche la Commissione Urbanistica provinciale, che ha espresso dubbi e osservazioni. «Al posto di una vasta superficie coltivata a vite, con produzione di qualità, verrebbe realizzato un maxi-parcheggio di attestamento per autoveicoli a servizio dei tre comuni altogardesani - spiega Coldiretti - una stazione ferroviaria per il collegamento veloce con Rovereto, uno scalo merci per il carico/scarico su carri ferroviari dei materiali prodotti/utilizzati dalle industrie locali». Ma non solo: «È previsto inoltre che il collegamento ferroviario prosegua in tunnel sotto il monte Brione fino al porto San Nicolò di Riva». Per Coldiretti, il progetto deve essere ripensato. E lo chiede con forza alle prossime amministrazioni comunali che si insedieranno dopo le elezioni comunali del 20-21 settembre: «Dovranno rivedere queste previsioni del Piano stralcio della mobilità, prestando all’agricoltura locale l’attenzione e il sostegno che merita». Il territorio altogardesano, spiegano ancora da Coldiretti, ha già pagato pegno in passato. «In tempi recenti sono stati sacrificati parecchi ettari di aree agricole di pregio, a Caneve e alla Baltera, per creare parcheggi di attestamento al servizio di Arco e di Riva - spiegano ancora -. Avevamo già ribadito, nelle osservazioni al Puc, di poter utilizzare i parcheggi già esistenti nella zona fieristica alla Baltera, utilizzati solo durante i vari eventi fieristici, e nei week-end anche quelli della zona industriale di Arco. Qualora si ravvisasse la necessità di un loro potenziamento questo potrebbe avvenire con piani interrati senza ulteriore consumo di suolo», suggeriscono. Inoltre, per Coldiretti, considerare l’hub come terminal del trasporto merci per le industrie locali non sembra essere sostenibile economicamente.

«È un bel dire che dobbiamo incentivare i giovani a rimanere in agricoltura, quando poi gli viene sottratto il principale bene strumentale che è rappresentato dalla terra», concludono.













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