Alto Garda Solidale chiude il centro di distribuzione 

L’epidemia ferma la solidarietà. La onlus che aiuta una quarantina di famiglie a riempire la dispensa di prodotti alimentari si arrende. Il presidente: «Oggi prevale il diritto alla salute»


Sara Bassetti


Alto garda. «Siamo fermamente convinti che chi attende il nostro aiuto non possa essere abbandonato, e che sia necessario anche far fronte a questo aspetto così peculiare e per nulla secondario della crisi attuale: aiutare gli ultimi. La realtà, però, ci impone ogni giorno la ricerca di un equilibrio, e oggi prevale il diritto alla salute». A dirlo è Franco Vassallo, presidente di Alto Garda Solidale, la onlus che da cinque anni a questa parte si occupa di raccogliere da alcuni supermercati locali gli alimenti in scadenza, e di distribuirli a chi è in difficoltà. Realtà che, oggi, ha dovuto arrendersi all’emergenza sanitaria che sta mettendo in ginocchio il nostro Paese. «Ognuno di noi è tenuto a osservare scrupolosamente le norme, innanzitutto per il rispetto e l’attenzione dovuta alle persone, operatori e assistiti – dichiara Vassallo – non vogliamo assolutamente dimenticare chi è in difficoltà, ma la situazione ci ha imposto di chiudere i nostri centri di distribuzione, nell’Alto Garda come a Trento e a Rovereto, fino a data da destinarsi».

Le misure di contenimento del Coronavirus hanno messo a dura prova diverse strutture caritative. «La nostra opera si basa sul contributo quotidiano dei volontari, tra questi tanti pensionati, ma che per qualche giorno hanno tentato di andare avanti comunque – aggiunge, raccontando come inizialmente, ad Arco, sia stato attuato un controllo degli accessi al punto di distribuzione, che, però, creava un ammassamento all’esterno della sede e una lunga colonna che non tutelava chi era in attesa, nemmeno dal punto di vista della privacy – ma a questo si aggiungono le difficoltà logistiche nel recupero del cibo, che pregiudicano comunque la nostra attività ordinaria».

Ogni martedì, giovedì e sabato mattina i volontari altogardesani raccolgono alimenti in alcuni dei principali supermercati della zona, prodotti in scadenza, che poi vengono distribuiti ad Arco, nella sede di via Santoni, e a Riva del Garda, in via Pilati. Sono una quarantina le famiglie che non hanno i mezzi economici per poter fare la spesa in autonomia e che usufruiscono costantemente del servizio, non solo immigrati e stranieri, ma una percentuale piuttosto alta di utenza è costituita da cittadini altogardesani. «Mi piange il cuore perché una decina di queste famiglie ne ha estrema necessità» aggiunge Franco Vassallo, ricordando il prezioso sostegno di tutti i collaboratori che, ognuno per la sua parte, da cinque anni aiutano la onlus a portare avanti il lavoro, dal Rotary Club Arco Riva del Garda ai Lions, Round Table, Cassa Rurale Alto Garda, ma anche Coop, Poli, Pregis e Omkafè, oltre ai volontari che si spendono per gli ultimi con grande umanità. «Abbiamo indirizzato le famiglie alla Caritas, che come noi presta attenzione costante a chi vive ogni giorno nel bisogno».

La Caritas arcense, però, in questa fase storica così delicata è aperta solo un lunedì pomeriggio ogni due settimane, dalle 15 alle 17, per distribuire il secco: pasta e prodotti in scatola, mentre Alto Garda Solidale distribuisce anche il fresco, latticini, pane, pizze, brioche, dolci svariati, frutta, verdura, pesce e carne. «I supermercati, in tutto questo, sono tornati a buttare il cibo deperibile, esattamente come facevano prima del nostro intervento, una cosa straziante visto che questa emergenza sanitaria sta mettendo in ginocchio chissà quante altre famiglie – conclude Franco Vassallo - in questo momento c’è bisogno di un intervento deciso, e di un cuore forte, e spero che chi può faccia la propria parte per far sì che non si interrompa la catena della solidarietà».













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