i dati

Piaga del gioco d’azzardo, in Trentino bruciato mezzo miliardo di euro in un anno

La spesa pro capite mensile è di 1.300 euro, pari a quasi 3.000 per famiglia. I dati forniti da Associazione Ama e Cnca


di Claudio Libera


TRENTO. Il Polo Culturale Vigilianum ha ospitato questa mattina un incontro organizzato dall’Associazione Ama e dal Cnca Trentino Alto Adige, dal titolo “A che gioco giochiamo?”. A parlarne, oltre a Claudio Bassetti, presidente Cnca del Trentino Alto Adige e Giulia Tomasi, responsabile area giochi d’azzardo dell’Ama, Armando Zappolini, portavoce della campagna “Mettiamoci in gioco”.

Terribili le cifre che sono state fornite e che si riferiscono al 2021: in Italia sono stati spesi 110 miliardi di euro nel gioco d’azzardo, posizionando il nostro Paese al 7° posto a livello mondiale per ludopatia. In provincia di Trento, nello scorso anno, è stato bruciato oltre mezzo miliardo di euro, che se paragonato ai 5 miliardi del bilancio della Provincia, rende drammaticamente l’idea dello sproposito.

In regione, la cifra sale a ben un miliardo.

Nel solo mese di dicembre 2021, l’ultimo ad essere stato preso in considerazione, solo con le slot e le videolotterie, Vlt sono stati giocati 40 milioni di euro, dei quali ben 15 nel solo comune di Trento. Tradotto a cifre più comprensibili, la spesa pro capite mensile è di 1.300 euro, che diventano 2.800/3.000 per famiglia. Secondo stime attendibili, i giocatori patologici in Italia sono oltre un milione e mezzo mentre quelli che si avvicinano ai servizi sanitari sono infinitamente meno. Da qui la necessità dell’informazione, della prevenzione e della cura. Suddividendo i giocatori per sesso ed età, secondo l’Ama, si vede che a giocate con le slot e le vlt sono soprattutto uomini, età over 50; le donne invece, over 55 prevalentemente gratta e vinci e giochi istantanei.

I giovani, tra i 18-30 anni, giocano prevalentemente a giochi virtuali ed effettuano scommesse on line. Il gruppo per auto mutuo aiuto di Ama in Trentino nel 1999 era uno e pure piccolo e comprendeva solamente qualche giocatore con i famigliari ma allora per giocare si doveva andare al casinò. Già nel 2013 i gruppi erano diventati 8. L’attesa ora, ha detto Zappolini, è “nella risposta che dovranno darci i politici ai quali abbiamo rivolto prima delle elezioni il nuovo appello per frenare questo dramma sociale e nazionale. Non abbiamo ancora i dati certi ma sappiamo che 6 parlamentari eletti erano tra i destinatari delle nostre richieste/proposte”.













Scuola & Ricerca

In primo piano