Il caso

Padre a processo: figlia costretta a stare nuda e pulire la casa 

L’uomo ha 54 anni ed è un altoatesino. A denunciarlo è stata la stessa ragazza dopo aver raggiunto la maggiore età La giovane doveva sottostare alle fantasie perverse del padre prima di essere autorizzata ad uscire con gli amici



BOLZANO. Non sono certo rari, purtroppo, i procedimenti penali pendenti in tribunale riguardanti presunti abusi o violenze sessuali, consumati anche nell’ambito delle mura domestiche. Il caso che ieri è finito però sulla scrivania del giudice Stefan Tappeiner è senza precedenti. Un altoatesino di 54 anni è infatti sotto processo dopo essere stato denunciato dalla figlia , oggi maggiorenne.

Il padre (che ha precedenti penali non specifici) è accusato di aver approfittato della sua posizione di capofamiglia per soddisfare particolari perversioni sessuali.

Pochi mesi dopo aver compiuto 18 anni, la ragazza ha infatti raccontato che il padre era solito obbligarla a pulire tutta la casa completamente nuda per poter essere autorizzata a uscire con gli amici e trascorrere qualche ora in allegria ed in compagnia.

I fatti sarebbero avvenuti nel 2017 e la ragazza, quando presentò denuncia, raccontò di essere stata costretta a sottostare alle imposizioni del padre più volte, puntualizzando che l’uomo mentre lei girava per casa nuda per fare le pulizie si lasciava andare a manifestazioni di auto erotismo a cui ovviamente la figlia era costretta ad assistere. Non solo. In più occasione la ragazzina sarebbe stata anche palpeggiata nelle parti intime. E’ stata la stessa figlia a denunciare il comportamento del padre e a mettere l’uomo in guai grossi sotto il profilo processuale.

L’accusa è di violenza sessuale sulla base di quanto prevede l’articolo 609 bis che punisce «chiunque, con violenza o minaccia o abuso d’autorità costringa taluno a compiere o a subire atti sessuali». La pena prevista è da sei a dodici anni di reclusione. All’uomo la Procura ha anche contestato alcune circostanze aggravanti riguardanti l’età della parte lesa (che all’epoca aveva 17 anni) ed il fatto di aver agito nei confronti della figlia. Per il momento l’uomo finito sotto processo non ha preso posizione in merito ai fatti contestati. In altre parole il padre ha sempre preferito avvalersi della facoltà di non rispondere.

Nel corso dell’inchiesta la giovane parte lesa ha anche segnalato altri presunti abusi sessuali da parte del padre che in un’occasione avrebbe anche approfittato di un viaggio all’estero. L’uomo avrebbe pernottato in albergo scegliendo una camera doppia, ufficialmente per risparmiare. In realtà durante la notte la figlia si sarebbe svegliata in quanto aveva avvertito sul proprio corpo delle mani. Erano quelle del padre.

Ovviamente la posizione dell’uomo è processualmente pesante. L’udienza di ieri si è conclusa con un rinvio tecnico in quanto la difesa intende valutare la possibilità di procedere con rito abbreviato condizionato ad un nuovo esame della figlia, che nel frattempo è andata a vivere all’estero e sarebbe disposta a testimoniare al giudice di non aver subìto, per fortuna, traumi psicologici permanenti.

La difesa avrebbe anche avviato un’analisi dettagliata dei fatti cercando di ottenere l’assenso della Procura ad una possibile modifica del capo d’imputazione. Il tentativo è di cancellare la violenza sessuale trasformando l’ipotesi di accusa in molestie, seppur ovviamente di carattere sessuale. Un’intesa non è stata ancora raggiunta. L’udienza di ieri è stata rinviata per un malessere dell’imputato che non se l’è sentita di affrontare il processo. La difesa sta cercando di ottenere il consenso della Procura ad una derubricazione del reato facendo anche leva sul fatto che i precedenti penali dell’imputato non sono specifici cioè non riguardano la sfera sessuale. MA.BE.













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