Rovinati col diserbante 1800 meli 

Gravissimo sgarbo a Campodenno. Le piante sono morte e dovranno essere sostituite. Il danno è di circa 50 mila euro. Daniele Paoli, 36 anni, ha sporto denuncia. Il veleno dev’essere stato versato in autunno, ma gli effetti si vedono ora. «Il responsabile conosce bene le fasi agronomiche»


Fabrizio Brida


Campodenno. Piante ustionate, foglie secche, punte dei rami morte: Daniele Paoli, 36enne imprenditore agricolo di Campodenno con in tasca una laurea in economia e commercio, si accorge che in un suo appezzamento di mele c’è qualcosa che non quadra verso la metà di gennaio, durante la potatura. Ma non va subito a pensare a un dispetto, per usare un eufemismo.

Dopo un sopralluogo con il tecnico responsabile della zona dell’Istituto della Fondazione Mach, decide di aspettare la ripresa vegetativa delle piante, per cercare di capire meglio cosa può essere accaduto. Le ipotesi si concentrano su cause agronomiche dovute al clima o su conseguenze legate ai trattamenti effettuati. «Anche se mi sembrava strano – rivela Daniele Paoli – perché solo una parte delle piante presentava queste caratteristiche, mentre quando effettuo dei trattamenti li eseguo su tutto l’appezzamento, anzi coinvolgo tutta la varietà».

Con lo sbocciare della primavera, ecco che i danni risultano evidenti. «Adesso si nota che nella parte di terreno danneggiata, circa 4 mila metri quadrati sui 5 mila totali, non cresce l’erba e le piante presentano foglie secche, ustioni sul tronco e nessun segno di crescita – spiega Paoli –. I filari non danneggiati, invece, presentano erba vigorosa anche sotto la pianta».

Tutto fa pensare al gesto di qualcuno che ha voluto fare uno sgarbo. Ieri è quindi partita la denuncia, dopo il sopralluogo da parte dei Carabinieri di Denno che, insieme al tecnico, hanno prelevato dei campioni di piante da far analizzare in laboratorio a Verona, per cercare di capire che tipo di principio attivo sia stato utilizzato. «I segni sull’erba mostrano l’uso di un prodotto diserbante, con ogni probabilità applicato con una pompa a spalla – aggiunge Paoli –. L’episodio è avvenuto in autunno, verosimilmente a novembre, e ha causato un danno ingente. Parliamo di 1.800 piante danneggiate su 2.200 totali».

Anche il fatto che le piante di testa di ogni fila e quelle vicino alle strade non abbiano subito danneggiamenti avvalora l’ipotesi di un gesto compiuto da terzi.

Daniele Paoli è presidente del Consorzio Irriguo di Campodenno e vicepresidente della Sfc (Società Frutticoltori Campodenno). «Non credo comunque che questo fatto illecito sia riconducibile alle mie cariche all’interno di queste realtà» precisa lui.

Ora dovrà sradicare le piante morte e ripiantarne di nuove: un lavoro impegnativo, che richiederà un paio di settimane. In termini economici il danno è consistente e ammonta a circa 50 mila euro. Quello morale, invece, non è quantificabile. «Di primo acchito ho pensato di smettere – confessa Paoli, che 12 anni fa aveva subito un episodio simile – mi ha aiutato molto la solidarietà della gente. Però fa ancora male, si fa fatica a dormire la notte. Penso che la mente e la mano di chi si nasconde dietro a questo fatto increscioso conoscano molto bene il territorio e le fasi agronomiche, avendo scelto il momento giusto per non farsi scoprire nell’immediato e per colpire la linfa vitale delle piante – afferma –. Spero che le mie dichiarazioni e le analisi effettuate siano di aiuto per trovare il responsabile». L’augurio è anche quello che fatti del genere, lesivi della proprietà altrui, non diventino una normalità accettata dalla comunità. «Le persone perbene – conclude Daniele Paoli – cercano sempre il dialogo e non si comportano da vigliacchi e criminali, come invece dimostra ciò che è capitato alla mia azienda».













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