Preoccupano i segni d’usura del ponte del Castellaz 

L’allarme. Le superfici di calcestruzzo viste da sotto si mostrano molto degradate. La consigliera del Patt Demagri ha presentato una interrogazione. La Provincia rassicura: «Nessuna alterazione che pregiudichi la stabilità dell’opera»


Giacomo Eccher


Val di non. Il ponte del Castellaz va monitorato perché presenta preoccupanti segni di usura. A dirlo è la consigliera provinciale del Partito autonomista Paola Demagri a cui alcuni cittadini hanno recapitato eloquenti scatti fotografici dal basso che evidenziano segni di degrado nei piloni di sostegno. «Foto che mostrano in effetti una situazione abbastanza diffusa di degrado dei materiali» - afferma la Demagri, che per questo ha immediatamente depositato un’interrogazione alla giunta provinciale affinché venga approfondito dai tecnici specializzati il reale stato del ponte.

La struttura mostra degrado delle superfici in calcestruzzo e sicuramente, vista l’età del ponte, è necessario avere particolare attenzione. «Negli anni ‘60, periodo in cui è stato costruito il collegamento, le conoscenze riguardo alle reazioni del calcestruzzo non erano approfondite come al giorno d’oggi, per cui è necessario monitorare questo opere per intervenire tempestivamente qualora si verifichino anomalie» - afferma Demagri. Meglio agire prima possibile per valutare la situazione anche perché il ponte è molto trafficato e sicuramente il carico che deve sopportare ogni giorno è superiore a quello che si presupponeva negli anni della costruzione. «Ho voluto segnalare il problema appena ne sono stata informata perché ritengo sia giusto tenere i cittadini informati e la Provincia ha certamente gli strumenti per una verifica adeguata e per fare le scelte migliori».

In servizio dal 1964

Aperta nel 1964, la strada del Castellaz (Sp 139, in sigla) costituisce un rapido collegamento tra Cles e i paesi della terza sponda: in poco più di 2,5 chilometri allaccia la Ss 43 della valle di Non con la Ss 42 del Tonale e della Mendola, evitando il lungo, tortuoso giro dal ponte di Mostizzolo. Con un viadotto (lungo 142 metri) e un ponte (con 80 metri di luce sospeso a 100 metri sull’acqua) la strada scavalca il ramo del lago di Santa Giustina che s’insinua verso la valle di Sole da dove scende il Noce. Luogo panoramico e fotografatissimo dal soprastante paese di Cagnò che è anche il punto di approdo per la discesa di rafting sul Noce.

Può peggiorare

«Certamente non si possono fare valutazioni oggettive con una semplice occhiata, ma è comunque opportuno che siano dei tecnici a verificare e certificare lo stato del cemento. La preoccupazione tuttavia c’è, perché, come mi è stato suggerito da un tecnico, l’usura dei materiali può avere una progressione moderata per decenni ma nel momento in cui lo stato peggiora e viene esposto alle intemperie e a infiltrazioni la situazione può peggiorare molto più rapidamente».

Ieri sera la Provincia ha diffuso questa nota rassicurante: «Il ponte del Castellaz è regolarmente controllato e non presenta apprezzabili alterazioni nello stato di conservazione delle strutture, le anomalie segnalate sono note e non rilevano ai fini della stabilità generale dell’opera, inoltre a novembre verrà eseguita un’ulteriore ispezione approfondita».













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