Più soldi e qualità del lavoro per i dipendenti della Ebara 

Dopo mesi di trattative e scioperi. Raggiunto l’accordo tra i sindacati e la multinazionale giapponese che a Cles dà lavoro a circa 230 dipendenti diretti e 40 in somministrazione



Cles. Dopo un periodo di turbolenza è tornato il sereno alla Ebara Pumps Europe, multinazionale giapponese che occupa oggi a Cles circa 230 dipendenti diretti e 40 lavoratori in somministrazione. Dopo mesi di trattativa è stato raggiunto l’accordo di rinnovo dell’integrativo aziendale il cui testo, che riguarda anche i dipendenti dello stabilimento di Gambellara, nel Vicentino (in tutto 500 lavoratori nei due poli produttivi), è stato illustrato nel dettaglio ai lavoratori lunedì scorso. Il confronto con l’azienda era partito in primavera, ma a maggio si era interrotto ed era partita la mobilitazione che ha portato a diverse giornate di sciopero, il blocco dello straordinario e una manifestazione unitaria a Gambellara.

Le novità

«Si tratta di un buon accordo, raggiunto dopo una trattativa non sempre facile e in cui è stata determinante la mobilitazione dei lavoratori» - commenta la segretaria generale della Fiom del Trentino, Manuela Terragnolo in una nota stampa. E spiega: «Il nuovo integrativo dà infatti risposte sul piano retributivo con un aumento del premio di produzione, ma introduce anche significativi miglioramenti per la qualità del lavoro». Inoltre vengono strutturate in modo più stringente le relazioni tra direzione e rappresentanza dei lavoratori, prevedendo anche l’istituzione di un tavolo di confronto specifico per migliorare l’efficienza organizzativa che valorizzi le proposte dei dipendenti.

Interventi importanti sono previsti in tema di conciliazione e qualità del lavoro: gli operai maturano progressivamente 12 ore di ferie aggiuntive anticipando una disciplina (che gli impiegati hanno già) che il contratto nazionale prevede dal 2026, migliora l’accesso al part-time, si aggiungono permessi retribuiti per le visite mediche e aumentano le tutele in caso di gravi malattie, alcuni permessi retribuiti vengono estesi oltre la famiglia tradizionale e per i neo-papà.

Gli appalti

Un altro punto qualificante dell’intesa riguarda gli appalti: l’azienda informerà la Rsu sugli appalti e subappalti presenti negli stabilimenti, sui lavoratori coinvolti e sui contratti nazionali applicati ai lavoratori in appalto. Inoltre ai dipendenti delle aziende appaltatrici sarà concesso l’utilizzo dei servizi mensa aziendali. L’accordo apre anche alla possibilità di ricorso allo smart-working e prevede un confronto sui piani di formazione. Sindacato e impresa, inoltre, saranno coinvolti nella formazione e nella lotta contro le discriminazioni e le molestie di genere.

Premi di risultato

Per quanto riguarda la parte economica il premio di risultato viene revisionato migliorando il valore economico e la sua struttura; negli ultimi anni è stato raggiunto un valore medio di circa 2.700 euro.

Durante la trattativa si è discusso a lungo di percorsi di stabilizzazione, ma le richieste del sindacato non sono state accolte, tuttavia si è riusciti a strappare l’assunzione a tempo indeterminato in Ebara dei quattro lavoratori somministrati con maggiore anzianità. «La lotta al precariato, irrinunciabile se vogliamo ricostruire i diritti nel lavoro, tornerà al tavolo del contratto nazionale che si apre a breve, come la questione salariale», conclude Terragnolo. G.E.















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