«La depressione si cura anche superando la paura» 

Nel 2020 ne soffrirà un trentino su 5, ma in pochissimi chiedono aiuto ai medici Domani a Radio Anaunia l’intervista ad Agostini, primario di psichiatria a Cles 


di Giacomo Eccher


CLES. Secondo una proiezione statistica che fa riferimento al 2020, un trentino su 5 soffrirebbe di depressione: malattia in crescita, tanto che entro due anni potrebbe interessare a vari livelli circa 100 mila trentini. Questa una delle affermazioni forti dell’intervista al dottor Claudio Agostini, direttore dell’Unità operativa di Psichiatria del distretto Ovest dell’Azienda sanitaria, che andrà in onda domani sera alle 20 a Radio Anaunia, con replica giovedì 2 novembre alle 9. La puntata conclude la serie di sei trasmissioni condotte in studio dal professor Giovanni Corrà su “Salute e benessere” che nelle scorse settimane ha toccato vari tematiche: «Dopo questa serie l’impegno di Radio Anaunia in ogni caso andrà avanti - afferma - affrontando varie problematiche mediche. In programma abbiamo già due puntate, in date che comunicheremo, sulla pneumologia e le malattie dell’apparato respiratorio, alle quali seguirà una serie di puntate sulle malattie dell’occhio e in particolare sulle maculopatie di cui soffrono molte persone nella nostra valle e in provincia».

Tornando alla depressione e alle malattie cosiddette mentali, si tratta di una patologia più diffusa di quanto si pensi tanto che - come avrebbe appunto affermato il medico nella registrazione della puntata che andrà in onda domani - tra un paio d’anni ne soffriranno almeno 100 mila trentini, dunque un quinto della popolazione provinciale. «Ma di questi solo l’1% arriverà concretamente nei Centri di salute mentale per farsi curare, ed è un peccato perché, come spiega il medico, le malattie psichiatriche e mentali, come ogni altra patologia, sono curabili e si risolvono in tempi brevi nella stragrande maggioranza dei casi e solo in rare occasioni diventano croniche», riferisce Corrà, che ha anticipato alcuni passaggi dell’intervista. La malattia mentale (e la depressione ne fa parte, anche se molto spesso è misconosciuta) al pari di un mal di testa o di stomaco può essere curata. Quello che cambia è l’approccio al problema, perché nella società si sono stratificate convinzioni, e superstizioni e modi di dire che rendono difficile ammettere il problema anche se dopo la legge Basaglia del 1978 qualcosa di sostanziale è cambiato nell’approccio alla malattia mentale, ma le resistenze a livello popolare non sono ancora state completamente superate.

«Un dato mi ha colpito nell’intervista - racconta Corrà - appena l’1% di chi soffre di una qualche forma di malattia o di depressione si rivolge alle strutture che l’Azienda sanitaria ha dislocato sul territorio. Azienda che, come sta succedendo a Cles, sta cercando anche logisticamente di migliorare l’offerta del servizio che come abbiamo visto interessa una parte importante della popolazione». Per quanto riguarda nello specifico la depressione, secondo i dati forniti dal dottor Agostini a soffrirne sono soprattutto i giovani (per solitudine, evidentemente l’uso e la consuetudine dei social non sono una soluzione) e i maschi under 50, soprattutto quando si trovano a dover affrontare la vita in solitudine, senza una compagna e senza la famiglia.

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