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Maternità, bocciato il pari trattamento fra pubblico e privato: i sindacati trentini contestano la Giunta

Cgil Cisl Uil: «Preferiti i bonus a concrete politiche per la famiglia e la natalità» (foto Ansa)



TRENTO. “La bocciatura del disegno di legge per equiparare il trattamento di maternità per le lavoratrici del pubblico e del privato, estendendo a tutte la misura più vantaggiosa, è l’ennesima occasione sprecata di questa giunta e di questa maggioranza. Fino ad oggi le misure per la famiglia messe in campo dall’esecutivo Fugatti sono stati solo bonus, nessuna misura strutturale che sostenga nel tempo natalità e famiglia”. Lo affermano i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, commentando la decisione assunta ieri in Consiglio provinciale contro il disegno di legge Rossi sostenuto anche dalle altre forze di minoranza.

“Purtroppo è una nuova dimostrazione del fatto che sulla famiglia questa giunta vuole fare tutto da sola, nessun confronto né con le parti sociali né con le minoranze. Le conseguenze di queste scelte però sono alquanto deludenti nel loro complesso: provvedimenti spot di cui beneficiano solo alcuni, nessuna misura che incide concretamente sulla propensione a fare figli come l’ultimo prestito per le giovani coppie, poco diverso da una lotteria”.

Per incentivare la natalità, infatti, servono investimenti sui servizi di conciliazione, più asili nido accessibili in termini di costi e orari al maggior numero possibile di famiglie e un incentivo all’occupazione femminile facendo leva sulla deduzione a fini Icef del lavoro delle donne. “Si potrebbe sfruttare l’Autonomia per mettere in campo misure innovative e moderne, guardando al nord Europa e in generale a quei paesi europei in cui buoni tassi di natalità vanno di pari passo con elevati tassi di occupazione femminile. Si preferiscono misure vecchie, che lasceranno poco nel tempo”, concludono.













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