l’indagine

Lo studio: le persone depresse più vulnerabili alle tesi no vax

Per il Massachusetts General Hospital di Boston, sono esposte al rischio doppio di cadere nella disinformazione (foto tema Ansa)



ROMA. Le persone depresse hanno un rischio più che doppio di aderire alle tesi no-vax e, di conseguenza, di rinunciare alla vaccinazione. È quanto emerge da uno studio coordinato dal Massachusetts General Hospital di Boston pubblicato su JAMANetworkOpen.

La ricerca ha coinvolto 15.464 persone a cui sono stati sottoposti due questionari, a intervalli di circa un mese e mezzo l'uno dall'altro, tra la primavera e l'estate 2021. Circa un terzo del campione (il 26,9%) riferiva sintomi compatibili con la depressione; 1 su 5 (il 19,2%) si dichiarava d'accordo con almeno un argomento di disinformazione sui vaccini.

Secondo le stime dei ricercatori, le persone depresse avevano una probabilità 2,33 volte più alta di condividere le affermazioni no-vax. Tra queste persone, poi, si registrava una probabilità più che dimezzata (40%) di essere vaccinata e 2 volte e mezzo più alta di resistenza ai vaccini. Lo studio mostra, inoltre, che le probabilità di aderire alle tesi no-vax non differivano tra quanti si informavano sui social media e tra quanti ottenevano le informazioni da canali più tradizionali.

Anche se lo studio non dimostra un rapporto causa-effetto, i ricercatori ipotizzano che le persone depresse potrebbero essere più focalizzate sugli aspetti negativi della vaccinazione o nutrire, più della popolazione generale, sfiducia verso l'esterno e, in particolare, verso le istituzioni che propongono le vaccinazioni.













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