Undicenne di Lavis le scrive, Liliana Segre gli risponde 

Lavis. Tutto parte dalla lettera scritta da un ragazzino di 11 anni: «È tutta farina del mio sacco», assicura lui. Ha preso carta e penna e ha deciso di invitare a Lavis la senatrice Liliana Segre,...



Lavis. Tutto parte dalla lettera scritta da un ragazzino di 11 anni: «È tutta farina del mio sacco», assicura lui. Ha preso carta e penna e ha deciso di invitare a Lavis la senatrice Liliana Segre, sopravvissuta all’inferno di Auschwitz: «Vorrei venissi nella mia scuola». Lei ha risposto che non potrà farlo: «Sono troppo vecchia e troppo stanca». Ma ne è comunque nato un evento che coinvolgerà, domani, i ragazzi di quinta elementare e tutte le scuole medie di Lavis. Seguiranno, in streaming, una lezione che la Segre terrà al teatro Arcimboldi di Milano.

La lettera è del novembre scorso ed è stata scritta da Sebastiano Caset. Erano i giorni in cui alla senatrice era stata assegnata una scorta, dopo le troppe minacce arrivate online. «Cara Liliana – scrive Sebastiano – sono un giovane ragazzino, un ragazzino di 11 anni che ha sentito parlare di lei sul giornale. Lei è una donna che dovrebbe essere d’esempio a tutti noi. Io mi chiamo Sebastiano e abito a Nave San Rocco, un paesino in provincia di Trento. Frequento la prima media a Lavis, un paese vicino a Nave San Rocco e mi sono candidato rappresentante di classe, ma non sono stato eletto. Una delle mie proposte è stata quella di portarla nella nostra scuola a parlare della sua esperienza. Perché? Perché lei è una donna stupenda che ha visto in faccia il terrore, la paura. Sul giornale hanno scritto che Lei ha proposto una nuova legge antirazzista e contro l’odio. Ma la cosa che mi ha colpito di più è stato leggere che Lei riceve più di duecento insulti sui social, che ignoranza nel mondo! Perché non stanno zitti piuttosto di sputare insulti a caso? Lei è stata portata nei lager senza motivo. Ma è stata eletta senatrice a vita con un importante motivo: che Lei è stupenda. Spero che Lei abbia letto la mia lettera e che sappia apprezzata. Perfavore mi risponda. Ps: Spero che mi risponda, era tutta farina del mio sacco».

E Liliana Segre ha risposto davvero, dal suo indirizzo email del Senato: «Carissimo Sebastiano, ecco qui la mia risposta. Tu non sai quanto io sia contenta di rispondere a un ragazzo di 11 anni, orgoglioso e determinato. Ti voglio proprio ringraziare per la proposta poi scartata di portarmi nella tua scuola a parlare di memoria. Non posso farlo perché sei troppo lontano da Milano, e io sono troppo vecchia e troppo stanca. Però posso darti un’informazione che puoi riferire, se credi, anche ai tuoi insegnanti: il 20 gennaio parlerà agli studenti milanesi dal teatro degli Arcimboldi. La testimonianza la si potrà seguire via streaming sul sito del Corriere della Sera. Potrebbe essere una soluzione? Ti abbraccio, saluta i tuoi compagni di classe. Liliana». E così Sebastiano si è rivolto ai suoi insegnanti e poi al dirigente Stefano Chesini. Ne è nata un’iniziativa che coinvolge la scuola di Lavis ma anche il Comune di Lavis e le associazioni. Sul municipio nei prossimi giorni sarà appeso uno striscione con la scritta “La memoria rende liberi”, titolo di un libro che Liliana Segre ha scritto con Enrico Mentana. Lunedì mattina i ragazzini saranno divisi fra l’auditorium delle scuole medie e quello della biblioteca, per seguire in diretta la lezione della senatrice. Ovviamente ci sarà anche Sebastiano. D.E.













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