La riforma del Terzo settore mette in crisi “Arte Futuro” 

Associazionismo a Mezzolombardo. Le preoccupazioni della presidente Maria Pia Gottardi «Per i conti serve una persona preparata, è oneroso affidarsi a un professionista», spiega Chisté


Anna Tava


Mezzolombardo. Associazione Arte Futuro in crisi. Il 2019 è stato un anno di riflessioni tristi per l’associazione culturale Arte Futuro, tanto da arrivare a prospettare una chiusura della stessa. Nonostante i corsi attivati raccolgano molti apprezzamenti, l’orizzonte resta incerto. I motivi vedono al primo posto la riforma del Terzo Settore che impone alle associazioni una nuova collocazione normativa, con la riscrittura degli Statuti e un’organizzazione gestionale più complessa. Tutte le piccole associazioni vivono un momento di difficoltà e inseguono i termini ultimi per mettersi in regola, già spostati più volte dallo Stato (ora giugno 2020).

I motivi dalle voci del Direttivo

«Durante l’anno abbiamo sondato la possibilità di fusioni fra realtà associative o l’ipotesi di dare vita a un’associazione nuova, che contenesse vari ambiti e potesse fare riferimento ad un commercialista per la parte economica» racconta Mariapia Gottardi, presidente di Arte Futuro.

La gestione contabile è infatti la parte che più pesa, chiarisce Luisa Weber: «Per tenere i conti serve una persona preparata, disposta ad accollarsi un lavoro non da poco; per le piccole associazioni affidarsi ad un professionista è oneroso». Elisabetta Chisté aggiunge: «Anche diventare parte di un’altra associazione ha le sue difficoltà: nei nostri corsi usiamo diversi materiali, sporchiamo di colore gli spazi e lasciamo le opere ad asciugare; tutto questo sarebbe troppo invasivo per le sedi di altri».

Costi bassi eppure corsi a vuoto

Ma sul piatto ci sono anche altri fattori: negli ultimi anni alcuni laboratori non sono partiti, lasciando l’amaro in bocca: «Proponiamo corsi a prezzi molto bassi, che coprono solo il lavoro dell’artista e i materiali, ma ugualmente non sempre raggiungiamo il numero per attivarli; solo alcuni laboratori raggiungono le 6 iscrizioni, il massimo che la sede può ospitare, e questo ci avvilisce» spiega Antonella Vendramin. «Sia chiaro che non ci sono colpe dietro questa situazione: il Comune ci dà la sede ad un prezzo irrisorio e collaboriamo spesso con la biblioteca, manca forse l’attenzione del paese alle iniziative mentre abbiamo diversi iscritti che arrivano da fuori zona» specifica Gottardi.

Bisogno di ricambio

Ultima motivazione, ma forse prioritaria: le componenti del Direttivo, in azione da anni, sono stanche, ci sarebbe bisogno di ricambio, di far entrare nuove energie. Con questo stato d’animo e le decisioni difficili da prendere, l’associazione intanto conclude l’annualità proponendo alcuni laboratori della serie “Un quadro in un pomeriggio”, condotti da persone interne e quindi con costi molto contenuti: “Fluid Painting” il 9 novembre, che verrà riproposto anche il 23 novembre, e “Watercolor glue” il 16 novembre.

Informazioni complete sulla pagina Facebook dell’associazione o telefonando al 3459760896. »E se qualcuno volesse proporsi per entrare nel gruppo operativo sarebbe il benvenuto!»













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