Dal country al “ballo in linea”: la scuola di danza cambia pelle 

Divertimento e salute a Lavis. L’insegnante Nicola Galas racconta l’evoluzione da “Iron Boots” a “Line Dance Academy”: «Coreografie più difficili, ma cambiano mentalità e musiche»


DANIELE ERLER


Lavis. In un certo senso è come se i cowboy avessero deciso di appendere al chiodo il loro cappello. Mettendo in soffitta gli stivali con lo sperone, in un angolo insieme alla stella da sceriffo. In realtà a Lavis questa decisione rispecchia altro: la voglia di seguire l'evoluzione del ballo country. Fino a diventare qualcosa di diverso, più profondamente legato alla modernità. È la storia di una scuola di danza: si chiamava "Iron Boots" (stivali di ferro), da qualche giorno ha cambiato nome in "Line dance Academy". E non è un caso: anzi, questa è una sorta di dichiarazione di intenti. Partendo da Lavis, sta cercando di evolversi, tenendo come modello altri mondi lontani. Non più il Far West con i suoi saloon, come succede nei film di Sergio Leone e Clint Eastwood. Ma la Cina che questi balli li insegna addirittura nelle scuole. O gli Stati Uniti del giorno d'oggi, con la sua musica moderna, persino le atmosfere della strada, dal pop al rap.

Tutto questo può sembrare un ritratto molto confuso. E in effetti non è facile mettere a fuoco e far capire cosa sia la "line dance" (letteralmente: ballo in linea) a chi non l'ha mai vista ballare. Per averne un'idea migliore si possono cercare i video su YouTube: alcune coreografie sono impressionanti. Ma la base di partenza è l'uso dei termini giusti: la "line dance" non è più un "ballo country", nel senso più stretto e tradizionale. E soprattutto non è solo "roba da cowboy". Almeno per l'Italia è qualcosa di profondamente innovativo. Nicola Galas ha 41 anni e vive ad Arco, ma ogni settimana raggiunge Lavis. In una sala della zona industriale, in via Zarga, fa da insegnante a una cinquantina di allievi. Quando ha iniziato, 16 anni fa, anche lui ballava sui grandi classici del country, facendo volteggiare il cappello a ritmo di musica. «Ora cerco di insegnare qualcosa di più, con coreografie più difficili. Soprattutto abbiamo un'altra mentalità per quanto riguarda i vestiti e le musiche che utilizziamo», dice con un sorriso che tradisce la grande passione. Sara Depaul ha 23 anni ed è una delle più attive all'interno della scuola. «Noi balliamo anche le canzoni che passano normalmente alla radio e questo è veramente innovativo. Piace ai giovani molto più che il classico ballo country», spiega Sara. Ma – chiediamo – ballate persino la musica degli adolescenti? La trap? Sfera Ebbasta? «Forse Sfera Ebbasta no – risponde Sara –. Ma ad esempio balliamo su "Circles" di Post Malone. O su "Dance Monkey" di Tones and I». Musica del 2019. Altro che Far West.

Ma non ci sono solo i giovanissimi. Cesarina Brugnara è la decana. Ha 63 anni ed è conosciutissima a Lavis: faceva la parrucchiera in pieno centro storico, ora è in pensione. Da 13 anni fa parte degli allievi, insieme a un altro gruppo di fedelissimi lavisani. Tiene persino un diario, in cui annota tutto quello che succede intorno alla scuola: «Io sento la musica, la vivo proprio: per questo amo ballare», dice Cesarina. Ma come fanno a stare insieme i giovani cresciuti a pane e rap, con la generazione del Festival di Sanremo e un insegnante che vuole rivoluzionare il ballo country? Forse è il potere della musica, di tutta la musica. O della danza. O forse c'è altro: «Ormai siamo una famiglia – spiega Cesarina –. Faremo anche il capodanno insieme».

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Scuola & Ricerca

In primo piano