Castel Madruzzo ha perso per Covid Cornelio Pisoni 

Castel madruzzo. Se n’è andato in questi giorni, a causa del coronavirus, anche Cornelio Pisoni (classe 1945) di Castel Madruzzo, che da qualche anno era ospite della Residenza Valle dei Laghi di...


Mariano Bosetti


Castel madruzzo. Se n’è andato in questi giorni, a causa del coronavirus, anche Cornelio Pisoni (classe 1945) di Castel Madruzzo, che da qualche anno era ospite della Residenza Valle dei Laghi di Cavedine.

Da Gardolo al paese natio

Dopo aver trascorso l’adolescenza nei pressi di Gardolo, dove si era trasferita per motivi di lavoro la famiglia, aveva fatto ritorno al paesello originario, cercando di integrarsi nell’associazionismo locale e trovando in particolare uno sfogo alla passione sportiva del gioco nazionale, il calcio, che aveva coltivato fin da ragazzino, giocando nelle squadre giovanili del Gardolo. Si era verso la fine degli anni Sessanta ed a Calavino venne fondata l’Unione sportiva Calavino, partecipando nella stagione agonistica 1968/1969 al campionato dilettanti di seconda categoria.

Così anche Cornelio trovò la possibilità di accasarsi nella società rossonera del vicino paese, riuscendo a diventare titolare nel ruolo di portiere e dimostrando per alcuni campionati fino ai primi anni Settanta di farsi valere in un ruolo piuttosto impegnativo. Erano allora i tempi in cui l’amicizia e l’euforia giovanile si consolidavano soprattutto dopo le partite domenicali, ben oltre l’avvenimento sportivo, in qualche cantina privata, bar o pizzeria, dove l’aspetto godereccio e scanzonato prendeva il sopravvento, accantonando problemi e preoccupazioni del vivere quotidiano.

Volontario alle carnevalate

Appese le scarpe al chiodo anche per il necessario ringiovanimento della squadra, Cornelio dava una mano ai compaesani di Castel Madruzzo in occasione di qualche manifestazione, come la tradizionale carnevalata in piazza, che secondo la tradizione si tiene tuttora nell’ultima domenica di carnevale.

Dopo aver lavorato nel periodo giovanile alla Michelin di Trento, trovò occupazione in alcune ditte locali, sparendo un po’, come si suol dire, dalla “circolazione” al punto da isolarsi sempre di più dal contesto sociale anche perché si era dedicato come ultimo lavoro alla campagna.

Negli ultimi anni anche per vari acciacchi, che lo hanno perseguitato, limitava ancor più la sua presenza fino al ricovero in Casa di Riposo, dove qualche giorno fa l’epidemia ha posto fine alla sua esistenza terrena. E’ stato sepolto venerdì nel cimitero di Castel Madruzzo.













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