sanità

La denuncia di Nursing Up: «In Trentino infermieri richiamati per sostituire personale Oss»

Per Hoffer le sospensioni no vax aggravano un sistema già in crisi: "Rischi per la qualità delle cure"



TRENTO. “Infermieri richiamati in servizio al posto del personale Oss, Coordinatori infermieristici e tecnici in grande difficoltà: cosa succederà in Apss con le prossime sospensioni dal servizio a causa delle mancate vaccinazioni?”.

La domanda viene posta da Cesare Hoffer per il Nursing up trentino e illustra una situazione pesante all’interno del mondo sanitario provinciale.

"Sono bastate le prime sospensioni in Azienda sanitaria di Infermieri, Professionisti sanitari ed Oss – si legge  in una nota – per mettere a nudo un sistema sempre più in crisi, questi professionisti ed operatori hanno sostenuto il maggior peso della pandemia ed ora rischiano di non reggere più".

"Problematico anche il lavoro dei coordinatori del personale infermieristico e del personale tecnico-sanitario: sono in forte difficoltà, spesso lasciati soli in prima linea dalla dirigenza aziendale, devono sopperire alla carenza di personale con una continua riorganizzazione dei servizi, richiamando sempre più spesso personale da ferie e riposi, quanto potrà durare questo stato di cose?"

Ma la cosa paradossale che sta accadendo - denuncia il Nursing Up - è che il personale infermieristico viene richiamato in servizio per sopperire alla carenza di personale Oss, "con un palese demansionamento e mortificazione".

"A fronte di tutto ciò, c’era già una graduatoria aziendale per assumere il personale Oss, che è tuttora attiva, ci domandiamo come mai non è stata fin da subito utilizzata?". Ora il pericolo reale è che i criteri di sicurezza stabiliti in termini minimali dalla delibera di Giunta del 2017 non vengano più rispettati, con conseguente scadimento della qualità e della sicurezza delle cure, è necessario pertanto che l’attività di reparti e servizi venga adeguatamente commisurata alle reali risorse umane presenti, è impensabile gravare ulteriormente su professionisti sanitari ed Oss già stremati".

"Nessuno si pone poi più il problema di come stiano realmente gli infermieri, i dati mondiali dicono che durante la pandemia sono morti più infermieri di qualsiasi altro dipendente in sanità: 1.140 professionisti infermieristici nel primo anno. Lo spettro della pandemia si è insinuato nella vita quotidiana di ogni infermiere, amplificando ansia, creando un profondo senso di disagio e stress traumatico, che hanno portato a stati depressivi, accentuati dall’isolamento sociale causato dal lockdown. Il risultato? Tanti colleghi si sono licenziati, tanti altri ci stanno pensando".

E’ ai cittadini che vogliamo rivolgere il nostro appello, conclude Hoffer: "la sanità pubblica è un bene comune, difendiamola insieme! Sosteneteci nelle nostre ri-chieste, che sono a nostra e vostra tutela".













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