la cerimonia

Il premier Draghi: «Beniamino Andreatta, un innovatore attento ai giovani»

Fra immagini personali e istituzionali, il presidente del consiglio ha ricordato l’economista trentino sia come accademico che come politico. E come persona



TRENTO. "Oggi celebriamo prima di tutto il valore che Andreatta dava alla vocazione dell'insegnamento. La curiosità intellettuale, coltivata durante la sua formazione italiana e internazionale, a Padova, alla Cattolica di Milano e a Cambridge. La profonda umanità e i valori morali che hanno caratterizzato la sua vita.

che si sono espressi nell'attività accademica e nel servizio alle istituzioni repubblicane. Nell'università, Andreatta è stato un innovatore. Ha espresso la sua carica trasformatrice a Trento, la città dove era nato e cresciuto.

A Bologna, con la riforma della facoltà di scienze politiche e la fondazione dell'Istituto di scienze economiche.

Nel Mezzogiorno, con la fondazione dell'Università della Calabria a Arcavacata, di cui cinquant'anni fa fu eletto primo Rettore."

Lo ha detto il premier Mario Draghi all'intitolazione dell'Aula Magna della Bologna Business School a Beniamino Andreatta.

"La generosità di Andreatta ha toccato anche la mia carriera. Senza conoscermi personalmente, come era nel suo stile, prima mi segnalò per l'Università della Calabria, e poi indicò a Federico Caffè l'esistenza di una posizione di politica economica alla facoltà di Sociologia dell'Università di Trento. Fu il mio primo incarico di ritorno dal Mit.

Durante la mia esperienza a Trento, ho avuto finalmente l'occasione di conoscere Andreatta di persona, e di frequentare Bologna.

Mi colpì l'attenzione che dedicava ai giovani, alle persone che si trovavano all'inizio della carriera. Una caratteristica che lo ha accompagnato per la vita e per cui gli sono ancora molto grato. Tutti coloro che hanno studiato con Andreatta ricordano le conversazioni con lui, a Milano o a Roma, spesso dopo cena", ha ricordato Draghi sottolineando come, per Andreatta, le istituzioni "erano uno spazio aperto".

"L'originalità delle sue domande, la freschezza dei suoi ragionamenti, il rigore con cui valutava le tue risposte. Ma Andreatta nella vita pubblica italiana non è stato solo il maestro di tanti allievi.

A suo avviso, lo sviluppo morale e civile del Paese doveva coinvolgere i mondi della cultura, della politica e delle professioni, in uno scambio costruttivo.

Lavorò costantemente per aprire l'università al mondo esterno e colse l'importanza dei centri di ricerca. Lo ha fatto con la fondazione di Prometeia qui a Bologna, e con l'Arel, l'Agenzia per la Ricerca e la Legislazione a Roma. Nei giorni del Forum Interreligioso del G20 a Bologna, voglio ricordare anche il suo impegno come presidente della Fondazione per le scienze religiose. Alla costante vocazione di Andreatta per la ricerca si deve anche il suo timbro intellettuale", ha ancora aggiunto Draghi. 













Scuola & Ricerca

In primo piano