covid

Il giuslavorista “obiettore” trentino che rifiuta le cause dei no vax

L’avvocato Stefano Giampietro: "manca qualsiasi fondamento giuridico o scientifico"


di Gianfranco Piccoli


TRENTO. Alla sua porta hanno bussato i rappresentanti di due gruppi di lavoratori - centinaia di persone - uno legato al mondo della scuola, uno alla sanità. Tutti rigorosamente no vax e no Green pass, tutti intenzionati a portare le proprie ragioni in un'aula di tribunale per non incappare nelle sospensioni dal lavoro. Ma Stefano Giampietro, 52 anni, avvocato giuslavorista di Trento, ha detto "no grazie", rifiutando l'incarico.

"Questione di coscienza - spiega il legale all’Ansa - si tratta di due gruppi spontanei, auto-organizzati e non legati ad alcuna sigla sindacale. Ma a spingermi a rifiutare l'incarico sono le ragioni che li muovono, prive di qualsiasi fondamento giuridico o scientifico.

Faccio l'avvocato da vent'anni, cause perse non ne ho mai seguite e non intendo farlo ora".

Che si tratti di una causa persa in partenza - spiega Giampietro - lo dimostrano le decine di sentenze dei Tar in Italia. Ma anche una sentenza della Corte europea che ha rigettato il ricorso presentato da alcuni genitori della Repubblica Ceca, convinti che le legge che vieta l'ingresso alle scuole dell'infanzia ai bambini non vaccinati sia illegittima.

Secondo il legale l'obbligo di Green pass non viola l'articolo 32 della Costituzione, come affermano invece i no vax: "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge".

"Nel primo comma dello stesso articolo si cita la tutela della salute come 'fondamentale diritto dell'uomo e interesse della collettività' - argomenta l'avvocato - Direi che c'è un interesse collettivo che prevale su quello del singolo".

Detto questo, Giampietro (che è vaccinato) ammette che ci sono zone grigie, che sta trattando come avvocato: "Ci sono persone che hanno avuto il Covid in forma talmente lieve da non essersi accorti. E così da una parte non hanno il certificato di guarigione, che garantirebbe il Green pass per sei mesi, dall'altra non hanno diritto al vaccino perché hanno gli anticorpi troppo alti. E vanno avanti a tamponi a proprie spese. - spiega l'avvocato - Ma ci sono anche persone con patologie certificate che dovrebbero essere esentate dal vaccino, diritto che non riescono a veder riconosciuto". 













Scuola & Ricerca

In primo piano