il caso

I sindacati trentini: «ingiusto l’aumento delle rette per case di riposo»

Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilpensionati chiedono un confronto a Segnana

LA DECISIONE: il via libera agli aumenti



TRENTO. I sindacati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilpensionati del Trentino si dicono contrari all'aumento delle rette alberghiere nella case di riposo, definendo la misura della Giunta provinciale di Trento "ingiusta e intempestiva", e chiedendo spiegazioni all'assessore provinciale alla sanità, Stefania Segnana.

"Molti di questi anziani hanno già subito l'aumento delle tasse imposto da questa giunta provinciale con la cancellazione dello sgravo Irpef per i redditi tra 15 e 20.000 euro.

Il potere d'acquisto delle pensioni è eroso dall'aumento dell'inflazione. Pesare ancora su di loro è ingiusto", scrivono i sindacati in una nota congiunta, chiedendo l'apertura di un confronto. 

“A cosa serve aumentare le rette se poi non si investe in un potenziamento dell’assistenza socio-sanitaria; se non si migliora l’efficienza del sistema? In questo modo si fa solo cassa”, incalzano i tre segretari che ricordano che dal Pnrr dovrebbero arrivare risorse per potenziare la sanità e le politiche socio-assistenziali locali, ma che in Trentino non c’è alcuna chiarezza sulla direzione che si intende intraprendere.

“L’unica certezza ad oggi è che questo Esecutivo era pronto a tagliare 120 milioni di euro alla sanità e che adesso stanzia appena lo 0,03% del bilancio provinciale a questo capitalo. In questo quadro non si può fare cassa sulle famiglie”.













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