dall’1 febbraio

Green Pass, nei negozi i controlli saranno a campione

Il chiarimento del governo: niente obbligo di verifica a tutti i clienti all'entrata. Commercianti soddisfatti



BOLZANO. Nessun piantonamento degli ingressi dei negozi per controllare il Green pass a tutti i clienti in entrata dal primo febbraio. E' l'importante chiarimento che è arrivato attraverso le Faq pubblicate sul proprio sito dal governo in relazione ai controlli che saranno obbligatori dall1 febbraio fino al 31 marzo.

Il Green Pass nei negozi sarà controllato solo a campione, fa sapere l'Unione commercio turismo servizi Alto Adige.  Un sospiro, dunque, per svariate attività: dal commercio di vicinato ai tabacchini passando per le librerie, le banche o la posta. Una formula di semplificazione anche alla luce della sostanziale libertà di acquistare beni non di prima necessità negli esercizi esentati (come, banalmente, gli ipermercati che devono solo preoccuparsi che i clienti privi di green bass base non consumino alimenti o bevande sul posto).

I controlli potranno essere eseguiti all'interno degli ambienti riservati alla vendita e solo a campione. "Questo chiarimento da Roma rappresenta una grande facilitazione per le numerose attività del commercio al dettaglio", afferma soddisfatto il presidente dell'Unione Philipp Moser.

Già da giorni l'Unione commercio turismo servizi Alto Adige aveva puntato il dito sugli ostacoli logistici e burocratici causati dai controlli alle aziende commerciali in Alto Adige. "Soprattutto per le molte aziende piccole e familiari i controlli all'ingresso dei clienti avrebbero rappresentato un maggiore carico di lavoro per titolare e collaboratori e anche un aumento dei costi", sottolinea Moser.

"La precisazione governativa rappresenta una piccola luce di speranza per il commercio al dettaglio, messo sotto pressione da molti punti di vista". Attualmente il settore si trova in gravi difficoltà: calo delle frequenze in paesi e città a causa di quarantene e telelavoro nonché assenza di ospiti e turisti. Anche l'aumento delle tariffe energetiche sta rendendo la vita dura al commercio. "A beneficiare di norme più severe in ambito burocratico, che levano l'ossigeno al commercio al dettaglio, sono invece i giganti del commercio online, che non si preoccupano dei posti di lavoro né pagano le tasse sul territorio", ricorda in conclusione il presidente Moser. 













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