il processo

Duplice omicidio: per i periti Benno era seminfermo quando ha ucciso il padre

Le prime indicazioni dalla perizia che sarà discussa in aula il 20 luglio. La seminfermità non ci sarebbe stata nel caso dell’uccisione della madre Laura

LA LETTERA DAL CARCERE: “Sono disperato”



BOLZANO. I periti del giudice per le indagini preliminari, Carla Scheidle, hanno depositato le loro conclusioni in merito alla capacità di intendere e di volere di Benno Neumair, il trentunenne che lo scorso 4 gennaio aveva ucciso i suoi genitori, strangolandoli.

In attesa che la perizia psichiatrica venga illustrata e discussa nel corso della prossima udienza, in programma il 20 luglio, trapelano le prime indiscrezioni: secondo i tre periti del giudice - cioè lo psichiatra trentino Eraldo Mancioppi, lo psicologo padovano Marco Samory e la criminologa Isabella Merzagora - Benno sarebbe da considerarsi seminfermo di mente, ma solo in relazione al primo omicidio, quello di suo padre Peter, e non anche in occasione della successiva uccisione di sua madre, Laura Perselli.

I periti hanno riconosciuto una scemata capacità di volere, nell'omicidio di Peter, in quanto Benno, che a loro avviso soffre di un disturbo narcisistico e sociopatico, in quella circostanza avrebbe reagito in modo aggressivo ad una situazione da lui vissuta come troppo stressante, cioè il litigio con il padre.

Secondo i consulenti di parte civile invece Benno sarebbe sempre stato in grado di intendere e di volere. Ora si attendono anche le conclusioni dei consulenti della Procura e della difesa. 













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