IL CASO

Covid, il Nas al Ministero: “U-Mask” testate da un laboratorio abusivo di Bolzano

Per i carabinieri il titolare sarebbe senza laurea



BOLZANO. Le mascherine U-Mask risultano come dispositivi medici sulla base di certificazione rilasciata da un laboratorio di analisi "privo di autorizzazione sanitaria" e sottoscritta da un soggetto che non ha i titoli abilitativi richiesti, ossia la laurea. Con queste motivazioni i carabinieri del Nas di Trento, che a fine gennaio hanno sequestrato il laboratorio a Bolzano, hanno scritto al Ministero della Salute affinché venga valutata la possibilità di sospendere la qualifica di dispositivi medici per le note mascherine.

Sulla vicenda la Procura di Bolzano ha aperto un'indagine per l'assenza di autorizzazioni del laboratorio e per esercizio abusivo della professione. E a Milano è in corso un'inchiesta nella quale, al momento, è indagato per frode nell'esercizio del commercio l'amministratore della filiale italiana della società. In generale, sono dispositivi medici quelle mascherine chirurgiche certificate che garantiscono protezione ai terzi in contatto con chi le indossa. Dopo la comunicazione da parte del Nas di Trento, su autorizzazione dei pm di Bolzano, il Ministero potrà valutare eventuali provvedimenti.

Intanto, è in corso la consulenza affidata dai pm milanesi a un esperto per analizzare non solo le U-Mask, di cui sono stati sequestrati una quindicina di campioni per verificarne l'effettivo filtraggio, ma anche quelle dell'azienda concorrente dal cui esposto è partita l'inchiesta. E sono stati acquisiti nel fascicolo anche i dati di Altroconsumo, secondo i quali la U-Mask "è conforme allo standard per i quali è certificata" con "efficacia filtrante" del "98%". Nel frattempo, l'Antitrust nei giorni scorsi ha avviato un procedimento contro la promozione e la vendita delle U-Mask.













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