Politica

Bufera a Merano sul secessionista alla presidenza del Consiglio

Contestazioni per la candidatura di Christoph Mitterhofer, consigliere Svp fino all’anno scorso nella Süd-Tiroler Freiheit. Verdi e FdI all’attacco, lui replica: «Non mi risulta che per quel ruolo ci sia un obbligo di legge che imponga la fascia tricolore» 



MERANO. Sta scatenando una serie di reazioni e di polemiche l'ipotesi che alla guida del consiglio comunale possa essere eletto Christoph Mitterhofer. Consigliere nelle file di Süd-Tiroler Freiheit - partito secessionista - la scorsa legislatura, con 311 preferenze e quinto degli eletti in questi termini, alla recente tornata elettorale ha confermato il suo seggio in consiglio, ma nelle file delle Svp che in passato aveva duramente attaccato.

L’offensiva dei Verdi

A ricordare alcune affermazioni di Mitterhofer, in una nota è l'ex sindaco verde Andrea Rossi. «Dal passato di Miterhofer possiamo trarre utili indicazioni su quali siano i convincimenti della persona che ci si chiederebbe di votare a rappresentare in qualità di presidente del consiglio», scrive Rossi che specifica: «Sul sito ufficiale di Stf, partito da cui il consigliere è uscito da pochissimo, sono ancora presenti alcune affermazioni a sua firma, come quando disse che i sudtirolesi dovrebbero poter votare se il Sud Tirolo vuole continuare a essere territorio italiano oppure no e in caso di distacco dall'Italia sempre ai sudtirolesi dovrebbe essere data l'opportunità di scegliere se riunificare l'intero Tirolo sotto l'Austria», ricorda l'ex vice sindaco.

Una posizione, quella del nipote di Sepp Mitterhofer - noto per la sua appartenenza al Comitato per la liberazione del Sudtirolo che a partire dagli anni Cinquanta si rese responsabile di una serie di attacchi dinamitardi -, che almeno in passato sconfinava in una durissima critica alla linea politica della Volkspartei.

È ancora Andrea Rossi a ricordare le parole di Mitterhofer, in un suo intervento sempre sul sito ufficiale di Stf: «L'Italia ha cercato di assimilare lentamente ma inesorabilmente i sudtirolesi anche grazie al sostegno attivo della Svp. Il Sud Tirolo gode di una sua autonomia soltanto perché i sudtirolesi non sono italiani. Vogliamo dunque rimanere tirolesi e non essere assorbiti all'interno della maggioranza della popolazione italiana. Questo può accadere solo e soltanto se ci stacchiamo dall'Italia. La migliore protezione del Sud Tirolo dall'Italia è non appartenere all'Italia!», la traduzione dal tedesco del pensiero di Mitterhofer.

Si dichiara indignato Rossi per la possibilità che Mitterhofer possa succedere a Francesca Schir, riferendo un ricordo personale: «Alle commemorazioni del IV Novembre, Mitterhofer partecipava giusto il tempo di scattare un'immagine che ritraesse il sindaco Rösch nel pieno delle sue funzioni per poi denigrarne la partecipazione in quanto sudtirolese traditore della propria identità», conclude Rossi.

L’intervento di FdI

Alle parole dei Verdi si aggiungono quelle di Fratelli d'Italia che con la consigliera Paola Zampieri punta il dito anche contro il silenzio del sindaco Dario Dal Medico e, in particolare, contro i consiglieri di Alleanza Nazionale «alcuni dei quali hanno una storia politica a difesa dei valori dell’identità nazionale, mentre oggi fanno finta di niente», tuona la consigliera.

La posizione della Svp

Date le polemiche che la sua candidatura sta suscitando, non sarà però una passeggiata l'elezione di Mitterhofer alla carica di presidente del consiglio. Infatti, in prima sarà necessaria la maggioranza qualificata dei consiglieri, poi in caso quella semplice, infine dei presenti, ma con un voto segreto che potrebbe riservare non poche sorprese.

Sulla questione, interviene anche la vice sindaca in pectore Katharina Zeller: «Mitterhofer ha deciso di cambiare partito, rivedendo le sue posizioni e impegnandosi per una politica costruttiva, nel rispetto dei valori della Volkspartei. Un segnale positivo. A mio avviso merita una seconda chance: non avrei mai accettato la sua candidatura sulla nostra lista se non mi avesse assicurato e dimostrato la volontà di lasciare alle spalle il passato per cambiare rotta.

E allora, ecco Mitterhofer: «Non mi risulta che ci sia un obbligo di legge per il presidente del consiglio comunale di indossare la fascia tricolore. Le sue funzioni sono ben altre, ovvero garantire l'ordinato svolgimento delle sedute e i diritti dei singoli consiglieri, a prescindere dall'appartenenza politica», sostiene Mitterhofer che sulla questione autodeterminazione continua: «Ogni popolo dovrebbe poter scegliere liberamente a quale Stato appartenere, ma mi rendo conto che nel nostro caso un referendum in tal senso sarebbe una proposta non realizzabile in quanto presupporrebbe un'intesa con lo Stato.

Detto questo, da rappresentante locale della Stf era mio compito rappresentare la linea del partito, ma ho deciso di cambiare rotta e passare alla Svp, quindi portare un apporto più costruttivo alla politica locale. D'altronde, l'irrinunciabilità del diritto di autodeterminazione è previsto anche nell'articolo 1 del programma della Svp, fermo restando l'obiettivo di ampliare e conservare l´autonomia», afferma il consigliere.

Un passaggio alla Stella alpina che Mitterhofer giustifica in questo modo: «Sono entrato in politica quando avevo 21 anni, influenzato dall’ambiente familiare. Da allora sono passati tanti anni, sono cresciuto e diventato più maturo. Ho capito che la politica mi piace, così come lavorare per la mia comunità. Voglio lavorare assieme al team della nuova Svp e agli altri partiti nel consiglio comunale», conclude Mitterhofer che ancora in qualità di referente locale di Stf, il 9 marzo 2021 sulla sua pagina Facebook si rammaricava per il fatto che i Freiheitlichen non intendevano formare una alleanza elettorale con la Südtiroler Freiheit. J.M.













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