DROGA

Bolzano, smantellata banda dello spaccio. Salvini esulta su Twitter, ma il procuratore lo richiama

Vasta operazione antidroga della Squadra Mobile di Bolzano che ha portato a 21 arresti



BOLZANO. E' di 21 arresti ulteriori quattro ordinanze di custodia cautelare attualmente in corso il bilancio dell'operazione antidrogra della Squadra Mobile di Bolzano, che ha smantellato, di fatto, un'articolata banda dedita allo spaccio in centro città.  

L'operazione è scattata a seguito di un accoltellamento, avvenuto quest'estate, davanti al bar San Giorgio che, si è scoperto dopo, aveva come motivazione il controllo dello spaccio.

Due i pakistani (già in carcere) finiti sotto la lente della polizia che avevano "conquistato" la zona di via Garibaldi e parco stazione.

L'hashish veniva acquistato nel bergamasco, mentre la marijuana in Emilia Romagna.

Le indagini nei mesi sono state accompagnate da una serie di arresti, in tutto diciassette, tra stazione dei treni, stazione autocorriere, caselli autostradali di Bolzano.

Oggi, 4 dicembre, altre quattro persone sono finite in manette e risultano in corso ulteriori quattro ordinanze di custodia cautelare.

Sequestrati, tra agosto e settembre, 25 chili di hashish. 

Salvini anticipa ancora via twitter e non macano le polemiche

«49 mafiosi, colpevoli di estorsioni, incendi e aggressioni, sono stati arrestati poche ore fa dai Carabinieri in provincia di Palermo. Le buone notizie non finiscono qui. Altri 15 mafiosi nigeriani sono stati arrestati a Torino dalla Polizia, che poi ha ammanettato altri 8 spacciatori (titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari e clandestini) a Bolzano. Grazie alle Forze dell'Ordine! La giornata comincia bene!». Questo il tweet del Ministro degli Interno Matteo Salvini alle 9 del mattino.

Un'uscita social che non è piaciuta al procuratore del Tribunale di Torino Armando Spataro. In una nota il magistrato  osserva che «la diffusione della notizia» da parte del ministro «contraddice prassi e direttive vigenti nel Circondario di Torino secondo cui gli organi di polizia giudiziaria che vi operano concordano contenuti, modalità e tempi della diffusione della notizie di interesse pubblico, allo scopo di fornire informazioni ispirate a criteri di sobrietà e di rispetto dei diritti e delle garanzie spettanti agli indagati per qualsiasi reato».

«Ci si augura - prosegue il testo - che, per il futuro, il ministro dell'Interno eviti comunicazioni simili a quella sopra richiamata o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso, così rispettando le prerogative dei titolari dell'azione penale in ordine alla diffusione delle relative notizie».  













Scuola & Ricerca

In primo piano