Il processo

Benno Neumair ha ucciso in pochi minuti 

Nell’appartamento di via Castel Roncolo furono rilevate dai carabinieri del reparto scientifico numerose tracce biologiche. Una quindicina anche i reperti di sangue o saliva nella Volvo della famiglia, utilizzata per trasportare fino al fiume i cadaveri dei genitori


Mario Bertoldi


BOLZANO. Benno Neumair sapeva benissimo che i propri genitori non gli avrebbero mai permesso di utilizzare la Volvo di famiglia per recarsi la sera del 4 gennaio 2021 dall’amica Martina domiciliata ad Ora.

Il giorno precedente l’omicida reo confesso di via Castel Roncolo 22 anni era stato costretto ad utilizzare un pullman di linea per raggiungere la donna conosciuta in internet e per poi rientrare a Bolzano a sera inoltrata. Eppure la mattina del 4 gennaio lo stesso Benno annunciò all’amica che avrebbe chiesto ai propri genitori di poter usare l’auto per l’ulteriore visita prevista in serata.

Benno avrebbe realmente potuto sperare di aver il permesso di guidare l’auto? È difficile crederlo dopo che nell’ultima udienza del processo è emerso che papà Peter e mamma Laura (i due genitori assassinati) avevano addirittura nascosto le chiavi della vettura sotto il pavimento di cocco che caratterizzava la loro stanza da letto (entro la quale la notte si chiudevano a chiave per paura). La chiave (probabilmente di riserva) era stata nascosta in maniera accurata proprio per evitare che Benno (che già aveva avuto un incidente stradale) potesse utilizzarla.

Sino ad oggi l’indizio, che sembra rafforzare l’ipotesi della premeditazione, non ha riscosso particolari attenzioni ma la valutazione potrebbe cambiare rapidamente nelle prossime udienze in primo luogo perché il piano criminale di Benno (per il trasporto e l’occultamento dei cadaveri) non avrebbe potuto non avere certezza della disponibilità della station wagon della famiglia.

Nell’udienza dell’altra mattina davanti alla Corte d’assise sono stati i carabinieri del reparto scientifico a confermare ai giudici che all’interno della vettura (sequestrata pochi giorni dopo il duplice omicidio) vennero rinvenute inequivocabili tracce ematiche e biologiche. Due piccoli schizzi di sangue umano vennero individuati (ed evidenziati con la particolare sostanza di reazione e contrasto definita “luminol”) sul rivestimento interno in plastica della portiera anteriore lato passeggero. In alcuni punti del bagagliaio furono invece trovate 15 tracce biologiche latenti riguardanti soprattutto saliva delle due vittime.

In più occasioni, nei giorni successivi il duplice omicidio, Benno Neumair dimostrò di essere conscio che proprio l’auto avrebbe potuto incastrarlo se non fosse stata pulita prima di un eventuale controllo degli inquirenti. Per fortuna i carabinieri arrivarono prima disponendo il sequestro dell’auto. Poco prima Benno (che si trovava in compagnia di Jasmine, un’altra amica conosciuta in internet e domiciliata in val Gardena) aveva acquistato un flacone di acqua ossigenata con la quale intendeva ripulire attentamente l’autovettura. Nonostante l’intervento dei carabinieri, il giorno successivo Benno Neumair decise di intervenire per ripulire eventuali tracce biologiche in casa.

Il responsabile del nucleo scientifico intervenuto ha rivelato che nell’abitazione dei genitori uccisi non furono individuate abbondanti tracce di sangue.

Nell’appartamento di via Castel Roncolo non vi fu, dunque, alcuna mattanza, nel senso che i due genitori furono probabilmente aggrediti e strangolati in un paio di minuti, senza avere alcuna possibilità di reazione.

La morte subentrò in tempi relativamente brevi, senza rilevante perdita di sangue da parte delle vittime. I carabinieri però rilevarono tracce biologiche sul copri materasso del letto in uso a Benno, sullo scendiletto e su un armadietto contenente dei medicinali. Nel bagno sempre in uso a Benno altre piccole tracce furono individuate nel lavabo. Nell’ingresso l’attenzione fu rivolta soprattutto su alcune piastrelle sottostanti un termosifone situato alla sinistra della porta d’ingresso dell’appartamento.

Si tratta di un punto (ove effettivamente furono individuate tracce biologiche) che Benno Neumair cercò di pulire a fondo raccontando che il cane, piuttosto anziano, fosse stato male ed avesse vomitato.













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