il caso

"Autenticò quadri falsi", Sgarbi rischia il processo

La replica del critico e presidente del Mart: «una totale invenzione, nessuno falsificherebbe quelle opere»



TRENTO. Ha certificato come autentici alcuni lavori riconducibili all'artista Gino de Dominicis, ritenuti falsi dal nucleo di Tutela del patrimonio artistico dei carabinieri.

Accuse per le quali la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Vittorio Sgarbi, presidente del Mart.

Un eventuale processo su cui domani (16 giugno) è chiamato a decidere il giudice per le udienze preliminari di piazzale Clodio e che arriva nel bel mezzo della campagna elettorale per il Campidoglio nella quale il critico d'arte compare ora come candidato all'assessorato alla Cultura per il ticket di centrodestra Michetti-Matone.

Si tratta dell'indagine che nel novembre del 2018 portò all'arresto di due persone, poste ai domiciliari. Nel procedimento erano finite sul registro degli indagati venti persone tra cui anche il noto critico d'arte a cui i magistrati contestano, nel suo ruolo di presidente della Fondazione Archivio Gino De Dominicis di Roma, la violazione dell'articolo 178 lettera C del codice dei beni culturali e del paesaggio.

Nel novembre di due anni fa, su disposizione del gip, furono sequestrate oltre 250 opere considerate contraffatte per un valore di oltre 30 milioni di euro e venne individuato il locale adibito a laboratorio dove sono state trovate opere con tutto il materiale idoneo alla produzione di falsi.

Parlando con l'AdnKronos il critico afferma che l'inchiesta "è una totale invenzione. La mia posizione precisa è che si tratta di capolavori di De Dominicis e li autentico come mi pare.

L'argomento non esiste, è un'azione del tutto assurda di magistrati che tra l'altro ho anche fatto sconfessare dal Csm perché l'indagine è stata fatta in maniera grottesca su un autore che è morto nel '98, le cui opere quindi hanno meno di 50 anni. Non esiste il problema, nessuno falsificherebbe".













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