l’incontro

Torna ad Arco il conte Ulrich per parlare anche dei progetti sul castello

Il sindaco Betta ha fatto gli onori di casa ricevendo l’erede della famiglia legata da secoli alla città arcense. Fra le iniziative la pubblicazione di un libro sulla storia dei conti d’Arco ma si è parlato anche dei lavori nel maniero, dalla caffetteria al recupero della torre



ARCO. La città ha dato loro il nome, e per mille anni la loro storia è stata quella di Arco, dove non c’è palazzo che non sia riconducibile all'iniziativa della loro famiglia. I conti d'Arco hanno costruito l’eremo di San Paolo, il convento francescano delle Grazie, la chiesa di Caneve, oltre al castello, e in parte hanno anche finanziato la costruzione della magnifica chiesa Collegiata. Era loro anche il fondo con la torretta di caccia che l’arciduca Alberto d’Austria acquistò alla fine dell'Ottocento per costruirvi la villa che divenne la sua residenza invernale, con annesso il grande parco del quale una parte oggi è pubblica. Signori anche a Drena, Tenno e Penede, è attestato che nel Mille già erano presenti ad Arco, e che a loro la comunità si affidò per la difesa del castello e del territorio. La loro ultima dimora ad Arco, nell’Ottocento, fu palazzo San Pietro, oggi noto come palazzo Marchetti.

Nel tardo pomeriggio di sabato 15 maggio il sindaco Alessandro Betta, il vicesindaco Roberto Zampiccoli e gli assessori Gabriele Andreasi e Guido Trebo hanno incontrato a palazzo Marcabruni-Giuliani il conte Ulrich d'Arco-Zinneberg, accompagnato da Daniel Mascher.

Il conte ha informato l’amministrazione comunale di aver avviato la stesura di un libro sulla storia della famiglia, che necessariamente si intreccerà strettamente con la storia di Arco, la cui pubblicazione è prevista per l’autunno del 2022 in tremila copie: mille in italiano, mille in tedesco e mille in inglese. La richiesta è stata di una collaborazione nel reperire le informazioni e i contatti necessari, che l’amministrazione ha volentieri accordato. 

Il ritorno della famiglia d'Arco-Zinneberg in città e la sua prossima frequentazione, necessaria per le ricerche legate alla realizzazione del libro, saranno anche l’occasione per riprendere il confronto su alcuni progetti avviati in passato e fermati da varie vicende, tra cui la pandemia. In particolare, la realizzazione di una nuova caffetteria al castello, già autorizzata dalla Soprintendenza nel 2017, progetto sul quale il conte Ulrich ha espresso parere molto favorevole. Andranno invece ulteriormente approfonditi i progetti, già abbozzati in passato, della realizzazione nella torre Renghera di uno o due piani (ora la torre è completamente vuota) che possano ospitare un percorso storico turistico sulla famiglia d'Arco, e di un belvedere (la torre si trova nel punto più alto del castello e permette una vista molto suggestiva a 360 gradi, sia sul Garda, sia sulla valle del Sarca); inoltre, il trasferimento ad Arco (in una sede da definire) del prestigioso archivio storico della famiglia d'Arco, ora a Mantova, visitato ogni anno da centinaia di studiosi provenienti da tutto il mondo.

Il conte è stato informato della realizzazione a breve di un servizio di trasporto al castello realizzato con uno speciale veicolo elettrico, di cui si era pure parlato nel corso di passati incontri, voluto per ampliare in misura significativa il numero dei visitatori e per consentire la visita anche a persone anziane o con disabilità.













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