L'INTERVISTA giacomo bernardi candidato 

«Noi, l’unica vera alternativa all’immobilismo» 

L’homo novus della politica. «Ora serve un deciso cambio di passo Amsa? Oggi si limita ad incassare, deve diventare volano economico Arco sarà un luogo più sicuro, con la figura del vigile di quartiere»


Gianluca Ricci


Arco. Si autodefinisce l’homo novus della politica arcense: Giacomo Bernardi, forte dell’appoggio dei partiti tradizionali che nelle ultime tornate elettorali hanno fatto saltare il banco, prova a puntare alla poltrona di sindaco, anche se la sua esperienza è limitata a qualche candidatura. Ma è convinto di avere argomenti convincenti per i suoi concittadini, innanzitutto «la concretezza: Arco deve smetterla di subire le iniziative degli altri, ma provare ad avanzare le sue proposte. Se sarò sindaco, consumerò le mie scarpe sulle strade di Arco per incontrare i cittadini e mi metterò a loro disposizione almeno due volte alla settimana, sull’esempio del governatore sudtirolese Luis Durnwalder, per ascoltare cos’hanno da dirmi».

Dunque cosa l’ha spinta a candidarsi?

«Ovunque si percepisce la voglia di cambiamento. Per anni abbiamo dovuto subire un sostanziale immobilismo amministrativo, ora serve un deciso cambio di passo: basti vedere in che condizioni sono ridotti i grandi volumi della città. E vogliamo parlare di Amsa? Oggi è una società che si limita ad incassare, ma dovrebbe diventare il vero volano economico dell’amministrazione».

Come si spiega la presenza di due coalizioni di centrodestra in competizione fra loro?

«In realtà l’unica coalizione di centrodestra è la nostra: civica, popolare, moderata, unica vera alternativa all’immobilismo degli ultimi trent’anni. A dire il vero abbiamo tentato un timido approccio con il candidato De Laurentis, ma la porta ci è stata subito chiusa in faccia. Nessun pregresso personale, per carità, ma lui ha puntato molto sulla sua figura e il discorso è finito lì. Noi possiamo contare su una sintesi fra liste ufficiali e liste civiche, che hanno il polso della situazione sul territorio meglio di chiunque altro. Se è vero che da soli si va più veloci, è altrettanto vero che insieme si va più lontani: ed è quello il nostro obiettivo».

In caso di ballottaggio potrebbero crearsi problemi di “compatibilità”?

«La speranza è quella di essere noi ad arrivarci in vantaggio: qualsiasi sia il risultato finale, però, faccio fatica a ipotizzare eventuali apparentamenti o accordi, visto che ogni coalizione è profondamente diversa dalle altre. Gli stessi ambientalisti mi convincono con le loro proposte, simili alle nostre dal punto di vista della salvaguardia del territorio, ma difettano della necessaria visione pragmatica: un Comune va amministrato concretamente ed è necessario avere risposte pronte a tutto, non solo alla protezione dell’ambiente».

In caso di vittoria finale, quali saranno i primi provvedimenti?

«Poiché ci troveremo in piena pandemia, dovremo dare immediato sostegno alle famiglie, decurtando le rette del nido e velocizzando i lavori di apertura del vecchio asilo: i genitori hanno bisogno che qualcuno si prenda cura dei loro piccoli quando vanno a lavorare. In seconda battuta lavoreremo a una revisione generale degli accessi alla città, oggi davvero obbrobriosi, in particolare via della Cinta. Punteremo a creare le premesse amministrative perché finalmente Arco possa offrire ai suoi visitatori dei servizi di qualità, senza per forza puntare ad un preciso target di clientela: tutti coloro che verranno da noi dovranno sentirsi bene accolti».

Quale può essere il vantaggio di amministrare partendo da un punto di vista di centrodestra?

«Io e la mia squadra rappresentiamo la Arco che lavora e dunque potremo proporre soluzioni più concrete e immediate a tutti, senza farci condizionare da nessun comitato: prese le decisioni, queste andranno portate avanti fino alla fine. Inoltre punteremo a fare di Arco un luogo più sicuro, introducendo la figura del vigile di quartiere, locale, presidio territoriale a disposizione di cittadini e turisti: le pattuglie devono essere fidelizzate al luogo in cui lavorano, per il bene di tutti».















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