Contro i padroni dei cani incivili una squadra “speciale” di agenti 

La proposta. Di fronte ai tanti episodi di maleducazione, soprattutto nelle vie del centro, il Comune di Arco studia misure più efficaci. Rafforzando i corsi formativi e appoggiando la proposta del consigliere Zeni sull’anagrafe canina


Gianluca Ricci


Arco. Eppure basterebbe solo un po’ di buonsenso: ma in mancanza di esso, c’è la fondata ipotesi che la Polizia Locale sia costretta ad istituire delle vere e proprie “squadre speciali”. Obiettivo: le deiezioni canine, argomento particolarmente sensibile soprattutto per i tanti esercenti del centro storico che ogni mattina si vedono costretti a ripulire le basi delle vetrine dai bisognini lasciati tra la chiusura e l’apertura dei loro negozi. E se sulla popò la maggior parte dei proprietari di cani ha finalmente acquisito una certa sensibilità, anche grazie a martellanti campagne informative, lo stesso non si può dire per quanto riguarda la pipì, considerata un peccatuccio veniale e non il segno di inciviltà che invece è e rimane. Per questo sono allo studio alcune strategie da adottare per convincere anche i più recalcitranti della necessità di controllare come e dove i quadrupedi che accompagnano a passeggio scaricano i loro escrementi.

Rispondendo ad una dettagliata interrogazione presentata qualche tempo fa dal consigliere della Lega Oscar Pallaoro, l’assessore Gabriele Andreasi ha illustrato gli elementi su cui il Comune di Arco ha intenzione di basare la sua guerra alle deiezioni.

Punto primo: il Corpo di Polizia Locale, interessato della questione, ha fatto sapere che fra le varie proposte avanzate per contenere il fenomeno ci sarebbe anche quella di istituire una squadra “speciale” destinata a seguire esclusivamente la questione rifiuti e la questione deiezioni canine. Si tratterebbe di uno sforzo supplementare rispetto ad un organico da sempre più che contato, ma l’intenzione è quella di sottoporre la faccenda alla conferenza dei sindaci in modo da partire almeno con l’emanazione di ordinanze sindacali comuni, aspetto che agevolerebbe l’eventuale intervento della “squadra speciale”.

Punto secondo: l’amministrazione è intenzionata a riprogrammare la serie di incontri formativi rivolta ai proprietari dei cani che lo scoppio dell’epidemia di Covid non ha consentito di portare a termine secondo calendario. Gli obiettivi erano ben chiari: da una parte fornire un supporto di conoscenza per strutturare meglio il rapporto con il proprio animale, dall’altra promuovere una relazione sana e consapevole con la propria comunità a garanzia del decoro urbano. Quando le condizioni lo permetteranno, Associazione Difesa Animali, Associazione Andromeda e Ufficio Ambiente del Comune riproporranno l’iniziativa.

Punto terzo: appoggiare la proposta di legge avanzata dal consigliere provinciale del Pd Luca Zeni relativa all’obbligo di inserimento dei dati relativi al profilo genetico degli animali all’anagrafe canina provinciale. Un appoggio ufficiale alla proposta è già arrivato dal Consiglio delle Autonomie Locali, che ha espresso il suo orientamento favorevole. In questo modo, attraverso un rapido esame del dna degli escrementi, sarebbe possibile risalire all’identità del cane che li ha prodotti e soprattutto a quella del suo incivile padrone, fornendo i dati alla Polizia Locale per le adeguate contravvenzioni.

Ad oggi infatti multe di questo tipo non ne sono ancora state fatte: la Polizia Locale ha informato infatti che le violazioni avvengono perlopiù in orario serale, al di fuori di quello di servizio, e che in presenza degli agenti nessuno lascia che il proprio animale faccia pipì sugli angoli delle case. Servono dunque armi normative più sofisticate.













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