Vola nel vuoto con la bici, arcense salvato dall’albero 

Incredibile esperienza ieri verso Pregasina per Alessandro Fina, 46 anni «Un altro ciclista mi ha tagliato la strada, sono vivo per miracolo»


di Leonardo Omezzolli


ARCO. «Non ci fosse stato quell’albero non sarei qui a raccontarlo». C’è mancato davvero poco che la disavventura, ora storia a lieto fine da raccontare ai posteri, si trasformasse in tragedia.

Protagonista di questa esperienza Alessandro Fina, 46 anni, del ristorante vegetariano Bio Essere in via Santa Caterina ad Arco, che nel suo primo giorno di ferie, ieri mattina, ha deciso di fare un giro in bici a cavallo della sua Gravel bike, una tra le 10 migliori due ruote per sterrato. Fina, sulla via del ritorno nei pressi di baita Segala in direzione passo Guil, fra Tremalzo e Pregasina, nell’evitare uno scontro con un ciclista tedesco è finito fuoristrada cadendo in un precipizio di circa 400 metri, fermandosi, miracolosamente, su di un albero, solitario e provvidenziale, appena 5 metri al di sotto del sentiero. Un vero miracolo che gli ha decisamente salvato la vita.

«Sono partito da Arco direzione Campione, poi su verso Tremosine, Vesio, passo Nota e avanti fino a Bocca dei Fortini - racconta Fina -. Lì, sul tratto successivo alla baita degli alpini, un tratto per me in salita, ho dovuto evitare uno scontro con un tedesco che nella direzione opposta (in discesa) procedeva a velocità sostenuta. Per cercare di evitarlo - racconta il ciclista arcense - d’istinto, senza troppo riflettere, ho svoltato a destra finendo in bocca al precipizio». Sarebbe stato un volo di oltre 400 metri non fosse per la presenza, rara in quel punto, di un albero che ha frenato lui e la sua bicicletta. «Non ci fosse stato - ammette Fina - non potrei raccontare nulla, non so se si possa parlare di miracolo, ma quasi». Divina provvidenza o estrema fortuna Fina è atterrato sui rami senza farsi nulla, solo un piccolo graffio sulla gamba. A quel punto, però, l’indecisione su come salvarsi. «Pensavo inizialmente di risalire quei quattro metri che mi separavano dal bordo strada - spiega Fina -. Indossando le scarpe da bici il rischio di scivolare, data anche la forte pendenza, era eccessivo».

Prima il tentativo di farsi sentire da eventuali passanti e poi la decisione di chiamare i soccorritori. In volo l’elicottero con due tecnici volontari del soccorso alpino di Riva che si è diretto nella zona indicata dal ciclista. «Sono stati velocissimi e bravissimi - si complimenta Fina -. Non era semplice individuarmi così abbiamo deciso di rimanere in contatto telefonico diretto per orientarli sopra di me».

A questo punto gli uomini del soccorso alpino sono scesi a terra e con corde e imbrago si sono calati lungo la ripida parete e hanno tratto in salvo l’arcense che è stato successivamente elitrasportato fino al campo della Benacense, lui e la sua inseparabile bici.

Per Alessandro Fina una disavventura che avrebbe potuto costargli la vita, ma che fortunatamente non lo ha segnato né nel corpo né nello spirito. «Da domani (oggi ndr) - racconta con comprensibile felicità - sarò già nuovamente in sella per godermi le ferie sperando di non dover fare altre interviste ai giornali».

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