Scade il decreto per il prelievo di un lupo in Venosta: non sarà abbattuto
Gioiscono gli animalisti, Enpa-Lav-Lndc, il cui ricorso è stato definito improcedibile, “in quanto è decorso il termine di attuazione del decreto”
BOLZANO. Il Consiglio di Stato, che all'inizio dello scorso mese aveva sospeso il decreto di uccisione di due lupi in val Venosta, emanato dal presidente della Provincia di Bolzano Kompatscher, ha dichiarato improcedibile l'appello cautelare di Enpa, Lav e Lndc Animal Protection, "in quanto è decorso il termine di attuazione del decreto".
Il decreto, che prevedeva il prelievo di due lupi, era scaduto infatti il 29 settembre. Il 12 agosto uno dei due lupi era già stato abbattuto. Nel frattempo i gregge sono comunque già rientrati a valle dagli alpeggi. "Nonostante gli sforzi delle associazioni animaliste non siano bastati a salvare uno dei due animali, è evidente che senza la loro azione legale tempestiva il secondo lupo condannato a morte dalla Provincia di Bolzano non si sarebbe potuto salvare", scrivono gli animalisti in una nota congiunta.
"Confidiamo che il Tar di Bolzano recepisca pienamente le dettagliate argomentazioni che abbiamo avanzato, confermando l'illegittimità dell'uccisione durante la fase meritoria del processo - dichiarano le associazioni - Anche quando sarà recepito in Italia il depotenziamento dello stato di protezione di questi animali, purtroppo già avvenuto nella normativa europea, nessun lupo potrà essere sfiorato se esiste un'alternativa incruenta, ovvero le altre numerose, efficaci soluzioni soddisfacenti previste della direttiva stessa, per impedire le predazioni".
"Apprendiamo con piacere che il secondo lupo finito nel mirino della Provincia di Bolzano è definitivamente salvo, ma esigiamo giustizia anche per il lupo brutalmente ammazzato - conclude la nota - confidiamo che la magistratura dichiari l'illegittimità di un'uccisione che poteva, e doveva, essere evitata, attuata esclusivamente per accaparrarsi il consenso elettorale di cacciatori e allevatori".