Industria / Crisi

La Dana vende il ramo d'azienda: preoccupazione nei due stabilimenti trentini, produzione in Messico

Vertice urgente al ministero, la multinazionale cede l’“Off-Highway business”, 950 i lavoratori occupati nelle fabbriche di Arco e Rovereto, produzione trasferita in Messico. L’assessore Spinelli auspica un subentro da parte di potenziali acquirenti: Rischio domino per le ditte dell'indotto, Capi, Mariani, Sata, Margoni



TRENTO - La multinazionale Dana vende il ramo d’azienda “Off-Highway” e i due stabilimenti del Trentino – Rovereto ed Arco – che fanno capo a questa produzione. La notizia è stata confermata questa mattina all’incontro di approfondimento sulle strategie industriali del gruppo Dana convocato a Roma al ministero delle Imprese e del Made in Italy.

L'azienda occupa negli stabilimenti trentini 950 lavoratori.

Alla presenza, tra gli altri, dei rappresentanti del ministero, dei sindacati, nonché del direttore di Confindustria Trento Roberto Busato, l’azienda ha illustrato il piano di vendita del cosiddetto “Off-Highway business”: si tratta del ramo aziendale che produce tra l’altro componenti per macchinari per la movimentazione terra, l’agricoltura e l’edilizia.

Un settore sul quale in Trentino sono specializzati i due stabilimenti di Rovereto e Arco.

L’incontro, nel quale ci sono state richieste di chiarimenti, seguite dalle risposte dell’azienda, si è concluso con la promessa di rimanere aggiornati sui prossimi sviluppi e in attesa di poter incontrare i potenziali interessati alla procedura di acquisizione.

A Roma c’erano anche l’assessore provinciale Achille Spinelli e la dirigente Laura Pedron: «Confermiamo il massimo impegno come Provincia autonoma di Trento e Trentino Sviluppo per garantire la continuità produttiva e occupazionale degli stabilimenti trentini di Rovereto e Arco, interessati dalla procedura avviata da Dana. Continueremo a seguire con grande attenzione questa fase, rimanendo in stretto contatto anche con il ministero. Il nostro obiettivo è ora accompagnare eventuali acquirenti che intenderanno subentrare, per mantenere alto il livello di investimenti sul territorio e confermare la capacità dell’industria che per il Trentino è un asset strategico, sia in termini di produzione che di lavoro» ha detto l’assessore provinciale a Roma presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

In una nota congiunta Fim, Fiom e Uilm scrivono: "Dana ha oggi confermato al ministero delle Imprese e del Made in Italy la volontà di cedere la divisione off-highway, che in Italia conta 12 stabilimenti e quattro entità legali, vale a dire Dana italia, Dana Motion Systems Italia, Dana TM4 e Dana Graziano, con l'unica eccezione della fabbrica di Luserna appartenente alla divisione Light Vehicles.

Appezziamo che il Governo e le Regioni interessate abbiano espresso la volontà di seguire la vicenda per la sua rilevanza, giacché impatta ben 3.800 lavoratori. Come sindacato abbiamo difatti sottolineato che valuteremo positivamente potenziali acquirenti industriali con piani che garantiscano le fabbriche e la occupazione.

Viceversa contrasteremmo acquisizioni che dovessero apparire come meramente speculative o comunque come penalizzanti per gli stabilimenti italiani.

Confidiamo che le Istituzioni vigilino attentamente sulla vicenda e soprattutto facciano sentire la sua voce alla capogruppo, per la tutela dei legittimi interessi dei lavoratori e dell'occupazione nel nostro paese. Come sindacato esprimiamo la necessità di proseguire il confronto in sede istituzionale non appena ci saranno delle novità e di farlo naturalmente in una unica sede per tutto il gruppo, chiedendo alla Direzione aziendale un atteggiamento di trasparenza e di proficuo dialogo".

Per una volta sindacati, Confindustria e politica sono tutti dalla stessa parte: garantire i posti di lavoro e salvaguardare il futuro di una filiera industriale importante per l'economia del Trentino. Ma la missione è difficile. Perché di fronte c'è Dana Holding Corporation, colosso da oltre 11 miliardi di dollari di fatturato, in mano a fondi d'investimento che come primo obiettivo hanno quello di assicurare la redditività di chi dà loro il capitale.

Al Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma c'è stato il primo incontro convocato dal ministro Urso per discutere il futuro di Dana Italia, Dana Motion Systems Italia, Dana TM4 e Dana Graziano, dopo le notizie (per altro dichiarate dalla stessa proprietà americana) di voler cedere tutta la divisione mondiale (30 fabbriche per quasi 10mila lavoratori), ovvero la produzione degli assali per i mezzi non stradali. E ieri, il rappresentante di Dana ha confermato questa intenzione: si stanno cercando acquirenti per 11 dei 12 stabilimenti (e quattro entità legali) italiani, con l'unica eccezione della fabbrica di Luserna (Torino) appartenente alla divisione Light Vehicles. Le produzione verranno trasferite in Messico.

Le ripercussioni in Trentino. In ballo circa 3.800 posti di lavoro in Italia, di cui 950 soltanto in Trentino, negli stabilimenti di Rovereto ed Arco. In ballo c'è un fatturato annuo attorno ai 3 miliardi di euro (di cui uno nei soli siti trentini). In ballo c'è anche l'indotto: si calcola che per ogni lavoratore Dana ce ne sia un altro di aziende fornitrici. In Trentino si parla di Capi, Mariani, Sata, Margoni.

Rovereto nel mirino. Ieri Dana ha inoltre ufficializzato la delocalizzazione in Messico a partire da metà 2026, di circa il 30 per cento della produzione dello stabilimento di Rovereto che produce per lo più assali per macchinari dell'edilizia: a spanne 150 lavoratori (più indotto) che rischiano di restare senza lavoro.

Intanto oggi e lunedì i lavoratori degli stabilimenti di Arco e Rovereto si riuniranno in assemblea.













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