Appalti e incarichi in ateneo in nove rinviati a giudizio 

L’inchiesta della Finanza. Ieri l’udienza preliminare davanti al giudice Dies: a processo Rinaldo Maffei, ex dirigente dell’ufficio appalti dell’Università e i professori Mosè Ricci, Giorgio Cacciaguerra e Giuseppe Scaglione. Sei gli assolti



Trento. C’è chi non è riuscito a trattenere le lacrime e dopo una lunga attesa (l’udienza era iniziata ieri mattina alle 9 per terminare alle 17) è scoppiato in un pianto. Liberatorio e di felicità. Sì perché ieri se per nove (fra i quali Rinaldo Maffei e Mosè Ricci) è stato deciso il rinvio a giudizio, sei delle persone coinvolte nell’inchiesta che ha fatto tremare l’università di Trento, sono usciti dal processo. Assolti e prosciolti, posso dimenticare avvocati ed aule del tribunale. E sono venuti meno anche due capi d’imputazione. In particolare quello che legava la posizione di Lucilla Giuri (difesa da Mattei), responsabile della segreteria del Dipartimento patrimonio immobiliare e appalti dell’università, e il geometra Gianfranco Bertuol (difeso da Zilio) e quindi lo studio tecnico Bertuol (avvocato Cunaccia). L’accusa era quella di corruzione: per la procura Giuri avrebbe favorito lo studio tecnico in cambio della progettazione di un immobile gratis. Per il giudice questo non è mai successo: prosciolti perché il fatto non sussiste. Giuri è stata assolta anche dalle accuse di abuso d’ufficio, falsità ideologia e turbativa d’asta. Escono dal processo anche Chiara Cortinovis (difesa da Daldoss e pronta fra l’altro a partire per la Svezia, la vuole un’università), Sara Favargiotti, Bruno Zanon e Davide Geneletti (avvocati Frizzi e Zoertea). Erano tutti legati dallo stesso episodio: per la procura il pool di progettisti che si occupava della revisione del Prg favorivano, sempre secondo l’accusa, una dottoranda che già collaborava al progetto (Chiara Cortinovis) ritagliandole un bando su misura a danno di altri due candidati. Un capo d’imputazione che coinvolgeva anche Mosè Ricci, che di questo episodio non dovrà rispondere davanti al giudice.

Rinviati a giudizio, gli altri nove. Si tratta di Rinaldo Maffei ex dirigente del servizio appalti dell’Università e che viene accusato di abuso d’ufficio, falsità ideologica, turbativa d’asta. Le gare d’appalto sulle quali si sono indirizzate le indagini della Finanza sono quelle di Ingegneria, del Rettorato, di Economia e della Buc. C’è poi l’architetto e docente Mosè Ricci (che si è affidato agli avvocati Bruno e Orazietti) che dovrà difendersi dalle accuse di abuso d’ufficio, peculato e falso. Sotto la lente della procura l’uso degli strumenti della facoltà. Viene infatti contestato che i laboratori, i computer e le stampanti dell’università venissero utilizzati per le attività private dei docenti. A giudizio anche i professori Giorgio Cacciaguerra e Giuseppe Scaglione (su di loro e Ricci c’è anche un’indagine della procura della Corte dei Conti) e poi Claudia Battaino, Alberto Birindelli, Ermelinda Cosenza, Mark Sonego e Luca Zecchin. Tutti nomi che si trovano nel filone dell’inchiesta che riguarda gli incarichi che - questa è l’accusa che è stata mossa dalla procura - sarebbero stati in qualche modo pilotati. Per tutti e 15 gli indagati la procura (Carmine Russo) aveva chiesto il rinvio e giudizio mentre le difese avevano chiesto il proscioglimento tranne nei due casi in cui è stata scelta la strada dell’abbreviato e quindi la richiesta era stata quella dell’assoluzione. Ora la “battaglia” si sposta davanti al giudice. Prima udienza ad ottobre.













Scuola & Ricerca

In primo piano