la sentenza

Omicidio Agitu, il giudice: «Vittima ridotta a oggetto da deturpare, non c’è spazio per attenuanti»

Le motivazioni della condanna a 20 anni di Suleiman Adams: «Imputato incensurato, ma la violenza sulla donna morente è stato un atto di annichilimento della dignità»



TRENTO. "Non vi è spazio per il riconoscimento delle attenuanti generiche, con riguardo ai delitti contestati. Nonostante l'imputato sia di giovane età e risulti incensurato, egli ha commesso un delitto indicatore di un'indole particolarmente aggressiva, nonché rivelatore dell'assoluta incapacità di autocontrollo". Lo scrive il giudice del Tribunale di Trento Enrico Borrelli, nelle motivazioni della sentenza di condanna a 20 anni di reclusione di Suleiman Adams, l'uomo di 34 anni che assassinò la pastora Agitu Gudeta Ideo a Frassilongo in val dei Mocheni il 29 dicembre del 2020.

"Adams si è accanito con particolare ferocia sul corpo di Ideo Gudeta, abusando dell'ospitalità che gli era stata accordata. La condotta successiva ai colpi sferrati con la mazzuola, poi, ha denotato un totale disprezzo per la vittima, ridotta ad un oggetto da vilipendere e deturpare", prosegue il giudice, che, in riferimento al reato di violenza sessuale, perpetuato quando la donna era morente, parla di un "atto di annichilimento della dignità della vittima".

In merito al movente, a quanto emerge dalle motivazioni della sentenza, pronunciata lo scorso 14 febbraio, "le condizioni di vita del Suleiman, non possono indurre al riconoscere le invocate attenuanti". "La documentazione depositata dalla difesa - spiega il giudice - ha dimostrato la condizione di indigenza e di povertà in cui vive la famiglia dell'imputato, residente in Ghana; si tratta di una circostanza di fatto che aumenta il numero delle vittime indirette di una grave condotta criminosa". Nella sua ricostruzione, Adams aveva ricondotto il gesto a motivazioni economiche, per il mancato pagamento di alcuni arretrati. 













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