Studio su pesticidi e ambiente con gli alveari della Val di Sole 

Indagine dell’Università di Bolzano. Grazie alla collaborazione dell’Associazione Apicoltori saranno monitorate, in primavera ed estate, le concentrazioni degli agrofarmaci e dei metalli pesanti nel polline trasportato dalle api


Fabrizio Brida


Val di sole. La Val di Sole come un grande alveare, per analizzare i prodotti delle api e indagare la qualità ambientale e la presenza di agrofarmaci.

L’Associazione Apicoltori della Val di Sole, Peio e Rabbi, con il coordinamento tecnico-scientifico della Libera Università di Bolzano e in particolare del professor Sergio Angeli, sta svolgendo un progetto di biomonitoraggio degli agrofarmaci e dei metalli pesanti in valle, utilizzando il polline raccolto dalle api in 22 apiari stanziali messi a disposizione dagli apicoltori membri dell’associazione.

Bioindicatori naturali

Cosa significa? Che grazie all’osservazione e allo studio del polline raccolto, sarà possibile determinare e quantificare per la prima volta la concentrazione di residui di circa 550 agrofarmaci lungo l’asse della valle principale e nelle Valli di Peio e di Rabbi. Le api sono insetti indispensabili per la loro funzione di impollinazione e vengono utilizzate anche come bioindicatori della qualità ambientale. In particolare gli obiettivi che il progetto si pone sono quelli di conoscere la dispersione degli agrofarmaci, individuare l’effetto che hanno sulla salute delle api e monitorare la qualità dell’ambiente.

Lungo il fiume Noce

La Val di Sole si presta particolarmente a questo tipo di studio perché è distribuita lungo l’asse del fiume Noce, con un fondovalle stretto in cui si concentrano le attività agricole rispetto ai versanti caratterizzati da ampie fasce boschive. La frutticoltura è presente soprattutto nella parte bassa della valle fra Mostizzolo e Monclassico, mentre la foraggicoltura caratterizza principalmente la parte medio-alta e le vallate laterali.

Il coordinamento tecnico-scientifico, come detto, viene svolto da Sergio Angeli, docente di entomologia e apidologia all’Università di Bolzano, mentre le prove sperimentali sono state realizzate da Erica Rizzi, studentessa in Scienze Agrarie e Agro-ambientali, i cui risultati saranno poi oggetto della sua tesi di Bachelor. Fondamentale è inoltre la collaborazione degli apicoltori della Val di Sole, che hanno messo a disposizione due alveari per la raccolta del polline per ognuno dei 22 apiari oggetto del biomonitoraggio, scelti in modo da avere un’analisi ogni circa 3 chilometri lineari.

Sono stati previsti due periodi di osservazione: il primo è stato realizzato in primavera, circa 10 giorni dopo la fioritura del melo, per rilevare la presenza, la concentrazione e la dispersione delle molecole di agrofarmaci derivanti dalle attività agricole del fondovalle; il secondo in estate, per rilevare come le molecole degli agrofarmaci e dei metalli pesanti si disperdano nel tempo e quale sia l’impatto di potenziali residui in tutto il territorio.

Le trappole

Per la raccolta del polline sono state applicate all’alveare apposite trappole e ogni campione verrà ora sottoposto all’analisi chimica per indagare la presenza di circa 550 principi attivi impiegati in agricoltura.

Da questo progetto di biomonitoraggio si intende ottenere la distribuzione spaziale dei principali agrofarmaci utilizzati in Val di Sole, distinti in insetticidi, fungicidi ed erbicidi. Essendo il primo progetto di questo tipo, i risultati ottenuti potranno esprimere un’analisi indicativa della situazione in valle, ma necessiteranno eventualmente di studi integrati più approfonditi sulle singole molecole e su singole zone, nel caso in cui si presentassero delle criticità.













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