Atletica

Schwazer non molla: "Voglio andare alle Olimpiadi"

Parla il marciatore altoatesino attacca la Wada: “Le sentenze non si commentano”



BOLZANO. "Sia per quanto riguarda la Federazione internazionale che per la Wada io non mi aspettavo nessun mea culpa da loro, quindi non sono sorpreso". Cosi' Alex Schwazer, in collegamento con Dribbling, sulle reazioni dopo la sua archiviazione al tribunale di Bolzano. "Non ho mai sentito nessuna organizzazione permettersi di criticare la decisione di un tribunale. E' davvero grave che la Wada attacchi un giudice della magistratura italiana, forse si sentono superiori alla legge, come ha detto il presidente del Coni le sentenze non si commentano, ma si rispettano, questo non e' stato il caso e ritengo che sia una grossa gravità che non si accetti la sentenza, non parlo della giustizia, questo è stato un processo penale".

Questa la replica del marciatore azzurro in merito alla dichiarazione della Wada, rilasciata dopo la richiesta di archiviazione da parte del gip di Bolzano. L'organizzazione mondiale antidoping si è detta "inorridita per le molteplici accuse, sconsiderate e infondate fatte dal giudice contro l'organizzazione".

Resta il sogno Tokyo. "Ci credo perché ci ho sempre creduto, siamo riusciti a dimostrare la mia innocenza e a questo punto credo ci sia anche la possibilità di credere di andare alle Olimpiadi. Continuerò ad allenarmi, non mollerò, poi non spetterà a me decidere se potrò partecipare oppure no. Ho 36 anni ma non mi sento come un 36enne, secondo me è possibile far bene alle Olimpiadi, ma al momento questo e' il problema minore, il problema è tornare alle gare", ha spiegato l'altoatesino che sulla vicenda giudiziaria ha aggiunto: "Volevamo aspettare questo decreto di archiviazione, leggerlo bene e capire quali potrebbero essere le strade da percorrere a livello sportivo. Attualmente non abbiamo ancora deciso niente, sicuramente entro la settimana prossima qualcosa succederà perché il problema è che i tempi per le Olimpiadi non sono lunghi. Bisogna decidere e fare in fretta".













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs