Quaranta bellissimi anni di lotta

Il compleanno del club di Debiasi celebra un ricco movimento provinciale


Fausto Da Deppo


ROVERETO. Quest'anno la lotta fa 40 anni di attività agonistica in Trentino: c'è scritto 1971 sull'atto di nascita del Lotta club Rovereto, che per l'occasione ha dato alle stampe un libro. L'ha scritto il "papà" del Lotta club, Luciano Debiasi, «che ha raccolto appunti, date, avvenimenti ed emozioni e poi aneddoti, riferimenti agli atleti, centinaia di foto. Lo specchio di una passione per uno sport che diventa un modo di motivarsi e affrontare la vita».

Lo dice la figlia di Luciano, Annalisa, a sua volta campionessa e allenatrice. Lo riassume il titolo del libro: «Vivo di lotta». In 4 decenni, la società roveretana ha collezionato «245 titoli italiani - prosegue Annalisa - Nel 2011 ci siamo confermati campioni nazionali e abbiamo una storia ricca di nomi preziosi, gente come Federico Manea ed Ernesto Razzino che è arrivata in cima al mondo (anche con le divise dei gruppi sportivi di forze militari e dell'ordine) partendo da qui».

Poi, al di là delle notizie che (raramente) illuminano la lotta sui giornali, il vero orgoglio sono i giovanissimi: «I circa 100 nostri tesserati sono per il 90% under 18». Sono il fiore all'occhiello di un lavoro organizzativo impostato sul volontariato di dirigenti e tecnici, sui ritrovi quotidiani in palestra e su una scaletta di gare che non fa pause: da gennaio a maggio i campionati di categoria, in estate i tornei maggiori e, dopo, la Coppa Italia e i meeting. A dicembre, Roma ospiterà il Gp Giovanissimi. Quelli che con l'età arrivano ai 14 anni, ma iniziano molto prima. «In palestra - aggiunge Luca Valentini, che è invece il fondatore (nel 2005) dei Lottatori Mori - ci sono bambini di 5-6 anni».

Cosa fanno? «Esercizi di coordinamento, acrobatica, caduta controllata. Giocano, impostano i contatti e conoscono il loro corpo». E mostrano che la lotta (libera e greco romana) «non ha niente a che fare con il wresling». La lotta è «regole, disciplina, prese consentite e prese vietate. Quello, il wresling - dicono insieme Debiasi e Valentini - allarma qualcuno fra i genitori dei bimbi che si avvicinano alle nostre iniziative». Bisogna partire con spiegazioni e dimostrazioni, il lavoro con il Comune di Rovereto nell'ambito del programma «Sport e Scuola» aiuta. Ed è un lavoro che riunisce le tre società della lotta trentina. La terza per nascita (nel 2008) è l'Ancorvis, sempre di Rovereto, presieduta da Valerio Ramella. «Siamo "costole" del Lotta club - osserva Valentini - Io ho vent'anni di attività e di ricordi al fianco di Debiasi. Poi, ho cercato i miei spazi, ma la collaborazione resta».













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