La Diatec non molla «Con il Belgorod dobbiamo crederci»

Volley. Ma dopo i nuovi infortuni di Birarelli e Szabò coach Roberto Serniotti non esclude di tornare sul mercato


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Mai dire mai. E non potrebbe essere altrimenti, in casa Diatec. Nemmeno dopo tre pesantissime sconfitte (l’andata di Champions con il Belgorod, la trasferta di Macerata e la partita casalinga con Cuneo). Nemmeno dopo tre gravi infortuni (prima il polpaccio di Sokolov quasi strappato, domenica Birarelli ai box per un ginocchio dolorante e la lesione del tendine d’Achille di Szabò). Nemmeno di fronte alla prospettiva di giocare il ritorno con i russi (giovedì sera al PalaTrento) con tre schiacciatori o adirittura con il terzo opposto, il 19enne Nelli, quest’anno parcheggiato in Serie B.

Ma la Diatec ci crede davvero, in un’impresa contro i russi? Notate bene che, oltre a vincere da 2 punti, Trento dovrebbe poi aggiudicarsi il Golden Set. «Bisogna sempre crederci – dice coach Roberto Serniotti – pur avendo coscienza di quali saranno le difficoltà. La partita contro il Belgorod sarebbe stata difficile anche al completo. Anzi, sarebbe stata difficile anche per la squadra dell’anno scorso».

Coach Serniotti: troppa grazia prima e troppo pessimismo adesso?

Tutto quello di buono che abbiamo fatto nella prima parte della stagione non era certo frutto della fortuna. I ragazzi si sono impegnati molto, bisogna dargliene atto. Adesso però stiamo pagando un prezzo un po’ troppo alto. Stiamo cercando di capire quale possa essere la causa di questi problemi fisici, ma se si rompe il tendine d’Achille – fino a ieri sanissimo – di quello che ha giocato meno, forse c’è poco da capire...

Mi faccia fare il provocatore: posso dire che Kaziyski e compagni erano top player anche perché non si rompevano mai?

Non arriverei a certi discorsi. Anche Juantorena l’anno scorso rimase fermo per qualche settimana, anche loro avevano qualche problema fisico. Certo, erano ottimi atleti, ma non farei paragoni di questo genere.

E il fatto che si siano “rotti” i due opposti non è legato al fatto che giocano un sacco di palloni?

No e comunque sono allenati per farlo. E poi, semmai quelli che saltano di più sono centrali e schiacciatori.

Fuori almeno per adesso Sokolov, fuori Szabò, ma si è fermato anche Birarelli, un elemento importantissimo per la sua squadra. La preoccupa il suo stop?

Quello del capitano è solo un acciacco dovuto ai tanti impegni, lui non si ferma quasi mai. Ma ha meno problemi adesso di quando era più giovane. Spero che giovedì possa essere in campo, a meno d’imprevisti.

Il ricorso al mercato è un’ipotesi praticabile, oppure la società l’ha già esclusa?

Ne stiamo parlando, ma questi infortuni sono freschi. Il problema è che, a questo punto della stagione, non ci sono ancora giocatori liberi perché magari non sono approdati ai playoff. Di certo, ne avremmo bisogno, non abbiamo tante soluzioni.

A proposito di soluzioni: giovedì come giocherete?

Abbiamo due possibilità: giocare con tre schiacciatori o dare spazio all’opposto della seconda squadra. Nelli cresce bene, è l’opposto della Nazionale Juniores, ma ha 19 anni e non è ancora pronto. Comunque, proveremo entrambe le soluzioni.

@mauridigiangiac

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs