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“Critical mass”: camminata sul Brenta per dire sì ad uno sviluppo sostenibile

Ad organizzare l’evento, il 18 settembre, è “the outdoor manifesto” fa il lago Nambino e il Serodoli. E chiama a raccolta tutti gli amanti dell’outdoor (foto di Rudy Cozzini)



TRENTO.  Una presenza non per dire “no” ma per esprimere un “sì” convinto verso modelli di sviluppo alternativi con attenzione agli spazi naturali.

E’ questo il fine dell’associazione “The outdoor manifesto” che chiama a raccolta, per una critical mass, sabato 18 settembre a Serodoli, nel parco dell’Adamello Brenta, i praticanti di tutte le discipline outdoor e le persone attente all’ambiente con una volontà comune: quella di rivendicare il valore in sé degli spazi naturali invocando modelli di sviluppo che risultino realmente sostenibili per i territori e le comunità che li abitano.

"Un’azione propositiva – viene spiegato –  il progetto di The Outdoor Manifesto, e di chiunque vi aderirà, non sarà orientato al “no”, ma piuttosto a un deciso “SI” verso modelli di sviluppo alternativi, verso un’attenzione agli spazi naturali e verso una maggiore consapevolezza riguardo alle scelte fatte da aziende, stakeholder e amministrazioni territoriali.

Una richiesta più che mai decisa riguardo la necessità di cambiare direzione e creare nuovi percorsi sostenibili ecologicamente e socialmente.

L’appuntamento, sabato 18 dalle 7 del mattino, sarà a Serodoli, territorio simbolo per le pratiche outdoor sostenibili estive e invernali, soprattutto perché è stato a lungo - ed è tutt’ora - teatro di uno scontro tra visioni di sviluppo territoriale all’antitesi tra loro".

Il programma delle giornata è semplice: dalle 7 alle 17 sarà possibile correre, singolarmente o in compagnia, tra il Lago Nambino e il Lago Serodoli.

Alle 14 la The Outdoor Critical Mass, una camminata collettiva e simbolica.

Dicono gli organizzatori:  “È importante partecipare perché per la prima volta abbiamo l’opportunità di far sentire la voce della Comunità Outdoor manifestando la nostra passione tanto verso le attività quanto verso i territori in cui amiamo praticarle. Perché possiamo dimostrare che una Massa Critica Outdoor esiste e rivendicare il nostro diritto di essere ascoltati.”













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