Madonna del Feles, in 200 alla Via Crucis 

Bosentino, l’iniziativa del decanato di Mattarello: ricordata la figura di don Puglisi ucciso dalla mafia


di Gino Micheli


BOSENTINO. Almeno 200 persone (molti i giovani provenienti anche da Ravina, Romagnano, Aldeno, Cimone e Garniga Terme oltre che dall’Altopiano della Vigolana) hanno preso parte l’altra sera, alla celebrazione della Via Crucis animata dei giovani del decanato di Mattarello. Funzione partita, alle 20, dal piazzale della chiesa parrocchiale S. Giuseppe di Bosentino, dietro la croce ben illuminata, per raggiungere il Santuario della Madonna del Feles. La particolarità della preghiera, preparata dai giovani, era legata al ricordo proposto ai fedeli nella ognuna delle quattordici stazioni che si trovano lungo il percorso ed ha motivato non poco i partecipanti. Infatti, dopo l'introduzione del parroco di Mattarello don Duccio Zeni, i giovani, alternandosi, hanno raccontato la storia di una persona speciale, don Pino Puglisi, ucciso dai suoi ragazzi che tanto aveva amato nel Palermitano, nel 1993, il giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno.

Da parroco nel quartiere Brancaccio di Palermo, iniziò la lotta alla mafia della famiglia del boss Leoluca Bagarella. Si dedicava ai giovani facendo loro capire che il rispetto verso gli altri si può ottenere senza essere criminali, ma semplicemente con le proprie idee e i propri valori. Durante le sue omelie si rivolgeva spesso ai mafiosi. Don Puglisi tolse dalla strada ragazzi e bambini che altrimenti sarebbero stati risucchiati dalla mafia e impiegati allo scopo di spacci e rapine. Così la mafia decise di ucciderlo e dopo una lunga serie di minacce di cui lui rimase zitto, il 15 settembre del 1993, attorno alle 23, avvenne l’esecuzione. Fu ucciso davanti al portone di casa appena sceso dalla sua Fiat Uno bianca. Qualcuno lo chiamò, lui si girò e quando vide la pistola sussurrò: «Me l’aspettavo». Una vera esecuzione mafiosa. È stato il primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia. Data la sua grande passione educativa l’anno prima era stato nominato direttore spirituale del seminario arcivescovile di Palermo ed invece nel 2013 è stato proclamato beato.

Giunti nel piazzale del Santuario, la celebrazione, accompagnata da canti e chitarre, ha coinvolto i partecipanti in una nella breve recita della Via Crucis, prima della conclusione con la benedizione impartita sempre da don Duccio, affiancato dal parroco dell’Unità pastorale della Vigolana don Giorgio Gabos e dal parroco di Ravina Romagnano don Gianni Damolin.













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