«Aldo, mancano a tutti la tua grande semplicità e umanità»

Primiero. È trascorso un anno dal tragico lunedì 9 aprile quando Aldo Giovanelli perse la vita scivolando in un canalone durante un’escursione di sci alpinismo sulla Cima Colbricon, nell’estremo...



Primiero. È trascorso un anno dal tragico lunedì 9 aprile quando Aldo Giovanelli perse la vita scivolando in un canalone durante un’escursione di sci alpinismo sulla Cima Colbricon, nell’estremo lembo orientale del Lagorai. Quel maledetto giorno ha stravolto le vite dei suoi familiari e dei tanti amici.

Il ricordo del papà

«Sappiamo tutti che il futuro è sconosciuto e imprevedibile ma mai saremo pronti ad affrontare un’esperienza come questa - ci racconta il padre di Aldo, Giuseppe -, crediamo non ci sia nulla di più brutto che perdere un figlio, un marito e un papà, in modo così tragico e inaspettato». Quindi prosegue: «Tanti sono stati i momenti di ricordo del nostro amato Aldo da parte di amici, conoscenti e colleghi di lavoro, abbiamo ricevuto molta vicinanza e solidarietà. Tutto ciò contribuisce a rendere meno difficili la nostre giornate, meno tristi le nostre serate meno dolorose le ricorrenze e gli anniversari che eravamo soliti trascorrere insieme. Non è vero che le parole non contano anzi, contano tantissimo e ci aiutano a ricordare Aldo che nella vita aveva saputo farsi amare e apprezzare. E’ enorme il vuoto che ha lasciato in noi genitori ma soprattutto nella sua giovane famiglia; quando facciamo visita alla moglie Silvia e alla figlia Anna non possiamo andarcene senza un nodo in gola nel vederle sole in quella bella casa di cui Aldo andava tanto orgoglioso. Mai avremmo pensato che un solo istante avrebbe cambiato così pesantemente le nostre giornate».

E quello della moglie

La moglie Silvia ricorda l’amato marito con una poesia. «Manca il tuo sorriso complice, la sicurezza e la tenacia; manca la tua risata contagiosa, l’esuberanza e la voglia di vivere; manca la scaltrezza nel gestire le situazioni più difficili; la testardaggine di volerla sempre vinta ma, allo stesso tempo, la capacità di riconoscere l’errore. Manca la tua capacità di perdonare; l’impazienza, l’essere vero e sincero sempre, mancano la puntualità, la memoria, la gestualità, il mantenere la parola data; i battibecchi di coppia che col tempo ci hanno fatto maturare; manca il tuo essere un bravo papà; la voce grossa, le coccole, gli abbracci. Il potermi fidare sempre; il tuo essere duro fuori ma tenero dentro; la tua onestà e lealtà; il tuo “vivi e lascia vivere”, l’attenzione particolare per il debole e il diverso; il tuo bisogno di eccedere rispettando comunque il limite. Manca la tua semplicità ed il saperti accontentare di poco; mancano un marito ed un compagno di vita unico, un tesoro che resterà per sempre nel mio cuore. Mi hai insegnato tanto e continui ad insegnarmi, grazie Aldo!». M.C.B.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs