Voto, le violenze avvelenano il clima 

Destra e sinistra negano un coinvolgimento diretto. Boato: «Si rischia se dopo il 4 marzo ci sarà un lungo vuoto di potere»



TRENTO. Preoccupa non poco la violenza che cresce man mano che ci si avvicina all’apertura dei seggi. Il pestaggio dell’esponente di Forza Nuova, per strada, a Palermo. Le coltellate alle gambe dell’attacchino di Potere al Popolo, a Perugia, con uno strano rimpallo su chi sarebbe stato ad iniziare le provocazioni. E, ieri, ancora Forza Nuova ad irrompere negli studi di La7 con un blitz motivato dalla volontà di partecipare al dibattito che stava andando in onda, al quale non erano stati invitati».

In questa pagina sono raccolti i pareri di alcuni esponenti di partiti che si candidano il prossimo 4 marzo, alcuni (come Potere al Popolo) coinvolti nei fatti di cronaca nera di questi giorni. Ma una lettura di quanto sta avvenendo l’abbiamo chiesta ad un veterano della politica nazionale (e trentina) ovvero Marco Boato: «Sono molto preoccupato per quanto sta avvenendo, per fortuna non qui a Trento, dove ci sono solo schermaglie “classiche” come lo strappare i manifesti elettorali, ma in alcune grandi città si stanno verificando cose molto più gravi. La speranza è che siano fenomeni destinati ad esaurirsi non appena si sarà andati a votare, che siano cioè legati ad una tensione che precede il voto».

Boato, da studioso e da parlamentare, con la fenomenologia dell’instabilità ha già avuto a che fare e anche se la parola “terrorismo” non viene evocata appare chiaro che lo scenario post 4 marzo sia quello che lo preoccupa maggiormente: «Sì, è così. L’esperienza mi insegna che se dopo il voto si dovesse rimanere per troppo tempo con un vuoto di potere, mi riferisco a qualche mese, potremmo trovarci con dei rischi maggiori, a quel punto davvero preoccupanti» osserva Boato.

Un tempo era chiamata “strategia della tensione”. Nessuno si augura che tempi del genere possano tornare ad affacciarsi.(g.t.)













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